È stata confermata la responsabilità civile del Consorzio Autostrade Siciliane per la morte di Marco Pistone Nascone, studente universitario di Sant’Agata di Militello, che perse la vita a causa di un tragico incidente nel Giugno del 2008, sulla A20 nei pressi dello svincolo di Milazzo.
L’ente gestore dell’autostrada Messina-Palermo aveva impugnato la sentenza di primo grado, emessa dal Tribunale di Barcellona PG nel 2021, ma la Corte d’Appello di Messina ha confermato la sentenza dei giudici di prime cure, accogliendo anzi l’impugnazione incidentale dei familiari di Marco, rappresentati dall’avvocato Massimo Nicola Marchese e relativa alla misura degli indennizzi. Si tratta dell’ennesimo atto di un iter giudiziario lungo e doloroso, che la famiglia di Marco ha dovuto affrontare dopo quel tragico 13 giugno 2008, quando il ventenne, che si stava recando nella Città dello Stretto per sostenere un esame universitario, finì fuori strada andando ad impattare contro il guard-rail che tranciò la sua auto in due, togliendogli la vita.
Non è mai stato accertato cosa abbia provocato quel maledetto sbandamento. Fu sostenuta la tesi, nel corso del processo di primo grado, di una turbativa arrecata da un mezzo che precedeva quello su cui viaggiava il giovane, concorrendo dunque, a provocare il fatale sinistro. Ma per la seconda volta in questo complesso procedimento i giudici hanno ritenuto che la morte del povero ragazzo sia stata determinata esclusivamente dalla barriera di protezione, troppo vecchia e in cattivo stato di manutenzione, e non sia da attribuire alla condotta di terzi, cosa peraltro non pienamente provata, estromettendo così del tutto il Fondo Vittime della Strada dal risarcimento del danno, riconosciuto ai familiari di Marco.
Sono state, invece, accolte le richieste dell’avvocato Massimo Nicola Marchese, difensore dei genitori e del fratello del 20enne, che ha ottenuto non solo la conferma della responsabilità civile del Consorzio, ma anche la richiesta di revisione degli importi loro dovuti per la perdita subita.
Una vicenda questa, che dopo la sentenza di primo grado, insieme ad altre inchieste della magistratura, aveva alzato il velo sul reale stato dell’autostrada A/20, che recentemente è stata oggetto di importanti lavori di riqualificazione in molti tratti, anche per quel che riguarda le barriere di protezione. Lo stato di percorribilità e sicurezza dell’importante arteria autostradale della costa tirrenica, però, anche alla luce di recenti fatti di cronaca, desta ancora molta preoccupazione negli utenti e, in alcuni casi, di indignazione. Resta da capire se il CAS riterrà di definire il contenzioso oppure ricorrere alla Corte di Cassazione, affrontando un ultimo grado di giudizio, dopo due sentenze negative conformi.