La prima sezione penale della Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza emessa in appello per il duplice omicidio avvenuto a Ucria nella serata di ferragosto 2019 ad opera del macellaio di Paternò Salvatore Russo; nel suo dispositivo la Suprema Corte ha fatto riferimento solo al cosiddetto trattamento sanzionatorio per la mancata applicazione dello sconto di pena per la scelta del rito abbreviato nel corso della sentenza della corte d’assise d’appello emessa il 5 luglio dello scorso anno. Da qui la pena è stata dunque rideterminata da 30 a 20 anni. Per il resto il ricorso è stato rigettato.
Dunque è stata ridotta a 20 anni la condanna per Russo, ritenuto responsabile del duplice omicidio di Ucria, quando uccise Antonino e Fabrizio Contiguglia. In appello, a Messina, la corte, presieduta da Carmelo Blatti, aveva confermato in toto il verdetto di primo grado.
Alla base del duplice omicidio una banale lite scaturita per l’utilizzo di un parcheggio nel pieno centro di Ucria, dove Russo stava trascorrendo le vacanze estive con la famiglia. Ci fu uno scontro verbale con i componenti della famiglia Contiguglia per l’uso di un posto auto e da li la situazione degenerò nella morte di due persone.
Nella vicenda giudiziaria Russo è stato assistito dagli avvocati Enrico Trantino e Salvatore Liotti, i Contiguglia dagli avvocati Giuseppe Bonavita e Luigi Gangemi. I familiari dei Contiguglia, costituitisi parte civile, sono stati poi rappresentati dagli avvocati Luigi Gangemi, Alessandro Pruiti e Giuseppe Bonavita.