Si concluderà il 15 novembre prossimo il processo d’appello riguardante l’operazione “Dinastia” che scattò nel febbraio del 2020, coordinata dalla Procura Distrettuale di Messina e condotta dai Carabinieri nei confronti della famiglia mafiosa dei barcellonesi, operativa a Barcellona Pozzo di Gotto e sul versante tirrenico della provincia di Messina.
Il procedimento che si svolge in corte d’appello, su cui hanno dibattuto accusa, parti civili e difesa nelle discussioni finali, si riferisce a 14 imputati; riguarda gli abbreviati che erano approdati in Cassazione, poi a seguito dell’annullamento parziale di alcune condanne – perché le pene erano state giudicate sproporzionate e non adeguatamente motivate e per il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche, è ritornato in corte d’appello.
Per dodici di loro è stata chiesta la conferma delle condanne emesse dalla Corte d’appello di Messina in diversa composizione, poi è stata presentata una richiesta di concordato e uno stralcio.
Queste le condanne richieste dal sostituto procuratore generale Giuseppe Lombardo: Salvatore Bucolo 10 anni e 4 mesi, Fabio Crea, Carmelo Driacchio e Vincenzo Gullotti 4 anni, Pietro Caliri 10 anni e 6 mesi, Francesco Ianniello e Samuele Marino 2 anni, Carmelo Mazzù 12 anni e l’assoluzione per un reato, Antonino Signoriello 4 anni e 6 mesi, Andrea Villini 4 anni e 8 mesi, Lucia Bilardo 1 anno e 8 mesi, Francesco Anania 13 anni e 4 mesi, presentata richiesta di concordato a 8 anni e 4 mesi per Giovanni Fiore.
Del collegio della difesa fanno parte gli avvocati Filippo Barbera, Giuseppe Lo Presti, Tino Celi, Tommaso Autru Riolo, Gaetano Pino, Guido Contestabile, Salvatore Silvestro, Salvatore Leotta e Franco Bertolone.