Il Tar di Catania ha accolto il ricorso di quattordici dipendenti del Parco dei Nebrodi, al momento comandati al Corpo Forestale.
Si dovrà pertanto dare seguito alla sentenza della Corte d’Appello di Messina che, come aveva già stabilito il giudice del lavoro del tribunale di Patti, ha riconosciuto l’avanzamento della loro carriera e gli scatti attribuiti ogni cinque anni secondo il contratto del Corpo Forestale. A seguito di questi provvedimenti giudiziari, i quattordici dipendenti, rappresentati dagli avvocati Stefano Polizzotto e Grazia Emanuele, dovranno percepire circa 18 mila euro ciascuno.
I lavoratori avevano chiesto l’applicazione della sentenza della sezione lavoro della Corte d’Appello di Messina, che ora è passata in giudicato. Pronunziandosi sull’appello proposto il 20 maggio 2022 dal Parco avverso la sentenza del Giudice del lavoro del tribunale di Patti, in parziale accoglimento dell’appello e riforma della sentenza impugnata, aveva rigettato la sola domanda di pagamento delle differenze retributive maturate nel periodo di vigenza del blocco delle progressioni – il periodo del Covid – e successive proroghe. Per il resto la sentenza è stata confermata, con condanna a pagare anche una parte delle spese del secondo grado di giudizio.
Sulla base di questa sentenza passata in giudicato, i quattordici dipendenti, con diffide stragiudiziali, inviate nel marzo, aprile e maggio scorsi, avevano chiesto al Parco di darne esecuzione, senza riscontro.
Da qui il ricorso al Tar del 3 luglio scorso, chiedendo di dichiarare l’inottemperanza del Parco dei Nebrodi a quanto disposto dalla Corte d’Appello di Messina con sentenza passata in giudicato e la condanna al pagamento di circa 17 mila euro per ciascun dipendente, in forza del diritto riconosciuto dal Tribunale di Patti e parzialmente confermato dalla Corte d’Appello di Messina, a titolo di differenze retributive a decorrere dall’1 dicembre 2015, nel grado di “Guardia Parco Scelto” e a decorrere dall’1 dicembre 2018 al 31 dicembre 2022, nel grado di “Assistente di Vigilanza” e anche al pagamento delle spese legali dei due gradi di giudizio.
Per il Tar il ricorso è fondato e ora il Parco, che non si è costituito in giudizio, dovrà dare un seguito a quanto disposto dalla Corte d’Appello di Messina, con condanna al pagamento in favore dei ricorrenti della somma liquidata a titolo di penalità di mora e delle spese di giudizio. Se non si dovesse dare seguito a questa sentenza è stato nominato quale commissario ad acta il segretario generale della Città Metropolitana di Messina.