venerdì, Novembre 22, 2024

Precari impiegati nei comuni siciliani: per la stabilizzazione non si andrà oltre il 31 dicembre 2024

andrea messina assessore regiobnale
Si chiuderà alla fine dell’anno la finestra normativa che consente ai comuni di procedere alla stabilizzazione del personale precario degli enti locali siciliani. Per questo motivo, l’assessore regionale alle autonomie locali e alla funzione pubblica Andrea Messina invita gli amministratori ad avviare le procedure entro i termini previsti dalla legge per dare certezze ai lavoratori e alle loro famiglie, garantendo allo stesso tempo continuità nella gestione dei servizi comunali.
«Ricordo ai sindaci che la stabilizzazione del personale precario che opera negli enti locali siciliani dovrà avvenire entro il 31 dicembre prossimo – dichiara Messina –. Entro questa data, le amministrazioni comunali potranno fruire delle deroghe previste dalla normativa statale rispetto alla quale, ad oggi, non è contemplata alcuna proroga».
L’assessore ricorda, infine, che «il finanziamento a totale carico della Regione, previsto nel decreto Milleproroghe del febbraio scorso, non prevede alcun onere aggiuntivo per gli enti locali».
Per il resto il vicepresidente della commissione Affari Istituzionali dell’Ars, Angelo Cambiano ha evidenziato come sia fondamentale che nella prossima finanziaria trovino spazio misure di sostegno economico in favore dei cosiddetti ex contrattisti nei Comuni che attualmente lavorano per 18, 21, 24 ore settimanali, in modo da prevedere un’adeguata estensione oraria dei loro contratti.
Angelo Cambiano ieri ha portato la questione all’attenzione della commissione in occasione dell’audizione dell’Anci sulla programmazione di possibili interventi da inserire nella legge di stabilità. Erano presenti, tra gli altri, l’assessore per le Autonomie locali Andrea Messina e il presidente e il segretario dell’Anci Sicilia, Paolo Amenta e Mario Alvano.
“Da ex sindaco – dice Cambiano – conosco bene la situazione e ritengo che, così come fatto per gli Asu, un intervento del genere non sia più procrastinabile. Ciò consentirebbe agli enti non solo di restituire serenità ai tanti lavoratori e alle loro famiglie, ma anche di poter garantire ai comuni, già in forte difficoltà finanziaria, l’erogazione di servizi fondamentali che oggi, per la compressione oraria dettata da contratti part-time, faticano a garantire”.
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