Impietosa conta dei danni da maltempo anche ad Alcara Li Fusi, dove a creare devastazione sono stati il Rosmarino ed i suoi affluenti. La piena, che si è registrata tra venerdì 17 e sabato 18, ha causato lo straripamento di diversi corsi d’acqua, con notevoli danni in molti punti del territorio alcarese, già piuttosto fragile dal punto di vista idrogeologico: tracimazioni sulle strade, pericolosi accumuli di detriti lungo i letti dei torrenti, argini distrutti e terreni agricoli inondati.
Così, ad esempio, il torrente Tappo, che, abbattuti gli argini in contrada Maillaro, da un lato ha invaso alcuni fondi agricoli e da un altro ha ripreso la sua corsa verso il Rosmarino, causando un’ampia frana. In un altro punto, invece, la furia dell’acqua ha provocato il crollo di una vecchia passerella.
Erosi argini e fondazioni di infrastrutture a causa del torrente Scavioli, in contrada Papaleo, in corrispondenza dell’omonimo Ponte, dove a subire danni è stato il muro a protezione del ponte e della strada.
Il Rosmarino, ingrossandosi, ha sfondato un argine, arrivando fino alla strada in contrada Gatto e creando lesioni alle fondazioni del ponte medievale, denominato “Ponte Vecchio”, mettendolo a rischio crollo. In c.da San Giorgi, invece, ha causato il cedimento di una strada.
Stessa situazione nelle aree attraversate dai Vallone Muto e Zuccalà, e dai torrenti Cancemi e San Paolo, dove tracimazioni e straripamenti hanno provocato inondazioni di aree circostanti e fondi agricoli, e danni alle strade e alle fondazioni di muri d’argine, attraversamenti e ponti.
Nelle contrade Urgo Secco e Tambullano, si è addirittura creato un nuovo corpo idrico lungo la strada esistente, invasa da acqua e detriti. Il Fiumetto, infine, rompendo l’argine di sinistra, ha generato un ampio movimento franoso tra le contrade Scaglia e Muto, minacciando quel che resta del Monastero di Santa Maria del Rogato, struttura esistente almeno dal 1105, cioè la chiesetta e il portico cinquecentesco, elementi di notevole valore storico, architettonico e culturale.
“I danni sono davvero tanti” ci dice il sindaco Ettore Dottore, che questa mattina ha presentato una cospicua relazione al dipartimento regionale Protezione civile, deliberando la richiesta di dichiarazione dello stato di calamità naturale. “Per mettere in sicurezza tutti i torrenti ed intervenire in modo radicale nei punti nevralgici sarebbero necessari ingenti fondi. Ancora non abbiamo una stima precisa. Quello di Alcara è un territorio dove ci sono aree classificate a rischio idrogeologico R4 ed R3. Attendiamo di capire come poter intervenire. Temiamo che una nuova ondata di maltempo, di portata pari a quella dello scorso weekend, possa metterci in serie difficoltà”.