giovedì, Gennaio 30, 2025

Randazzo, trovati con i fucili all’interno del Parco dei Nebrodi nonostante il divieto di caccia. Padre e figlio denunciati

randazzo armi e parco

Nel corso di servizi mirati per contrastare l’attività venatoria clandestina all’interno delle zone protette del parco dei Nebrodi, l’altra mattina, i Carabinieri della Stazione di Randazzo, con il supporto dei colleghi dello Squadrone Eliportato Cacciatori di “Sicilia”, hanno sorpreso un 60enne e un 44enne, padre e figlio, che, in barba al divieto di caccia, sarebbero entrati nel parco armati. I due sono stati trovati in possesso di diversa selvaggina.

In particolare, erano circa le 08:30 quando i Carabinieri stavano effettuando un servizio di perlustrazione a bordo di veicoli fuoristrada e giunti in contrada Casa Baiardo, hanno udito il rumore dell’esplosione di colpi di arma da fuoco. Imbracciati i binocoli, i militari dell’Arma hanno osservato l’area circostante, scorgendo dapprima una jeep parcheggiata nei pressi di Casa Demanio Roccabellia e poi, poco distante, due uomini armati di fucili.

Gli equipaggi si sono dunque diretti verso i due cacciatori, avendo riguardo alla sicurezza di tutti, raggiungendoli mentre si trovavano all’interno di un’area recintata, nella quale era anche installato un cartellone che segnalava il divieto di caccia. Fermati, i militari dell’Arma hanno proceduto al controllo, accertando che si trattava di padre e figlio, l’uno armato di fucile calibro 12 e 43 cartucce, l’altro di un fucile calibro 20 con 23 cartucce a munizionamento spezzato e 3 cartucce da caccia calibro 12 a palla unica. I due avevano cacciato delle beccacce e un maialino nero, specie tipica dei Nebrodi, che sono stati affidati al personale del servizio veterinario dell’Asp di Catania, distretto di Bronte, che ne ha dichiarato la non edibilità.

Al termine delle operazioni, tutte le armi ed il munizionamento sono stati sequestrati e i due presunti cacciatori di frodo, sulla base degli indizi raccolti da verificare in sede giurisdizionale, sono stati denunciati per introduzione di armi ed esercizio della caccia nei parchi naturali regionali.

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