Sabato 8 febbraio prossimo, con due spettacoli, alle ore 18.00 e alle ore 21.00, al teatro “Domenico Popolo” di Montalbano Elicona, andrà in scena “Parlami d’amore” con Mario Incudine, per la regia di Pino Strabioli.
L’evento rientra nella rassegna “L’Incanto del Teatro nel Borgo” a cura della “Banca della Speranza”, presieduta da Nicola Calabria e sotto la direzione artistica di Mario Incudine.
“Parlami d’Amore”, di Costanza Diquattro, con Antonio Vasta al pianoforte e alla fisarmonica, è il terzo appuntamento della rassegna “L’Incanto del Teatro nel Borgo”, dopo quelli con Corrado Tedeschi e Dario Vergassola; protagonista sarà Mario Incudine con una “storia” tra il 1918 e il 1940, quando la produzione musicale italiana ebbe una straordinaria evoluzione.
La nascita delle radio, che divenne il mezzo principale della propaganda fascista, contribuì anche ad ampliare il pubblico degli ascoltatori e a diffondere sensibilmente la musica all’interno delle case italiane rendendola un “affare” comune e condiviso.
Se da un lato si ramificava la musica fomentata dal fascismo, megafono di sentimenti patriottici, famigliari e lacrimosi, dall’altro si diffondeva, in rotta con le direttive dittatoriali, una musica d’oltreoceano, brillante e ironica. Sottobanco, come bische clandestine, nascevano lo swing e il jazz che ben presto entrarono a far parte di una realtà italiana che remava controcorrente attraverso la musica.
Con questo spettacolo, e attraverso alcuni dei pezzi più belli di quegli anni, va in scena non soltanto uno spaccato di storia della musica italiana ma soprattutto uno spaccato di storia patria.
Poiché la musica, da sempre, diventa il paradigma di una nazione e di un pensiero.
L’Italia canticchiò vent’anni “giovinezza” ma all’alba del 45 tuonò convinta “bella ciao”.
Mario Incudine, accompagnato dal maestro Antonio Vasta, ci porta dentro questo viaggio fatto di musica e parole, di tenerezza e di ironia, di amarcord e di aneddoti che raccontano un pezzo della nostra storia.
Sotto la guida di Pino Strabioli, da sempre sensibile al teatro canzone, la verve e la capacità istrionica di Mario Incudine è al servizio di uno spettacolo che vuole essere anche un omaggio alla canzone d’autore di quegli anni, un repertorio poco battuto, ma ricco di fascino e di bellezza, con testi modernissimi, melodie indimenticabili e armonie ardite. Un “materiale” da riportare a galla e da incorniciare.