Il reato è stato riqualificato, da estorsione aggravata dal metodo mafioso a tentata truffa, da qui la prima sezione penale della Corte d’Appello di Messina ha disposto il non doversi procedere nei confronti di Giuseppe Lo Re e Isabella Di Bella, perché il reato è estinto per prescrizione. E’ una sentenza quella emessa ieri, riguardante una tranche dell’operazione “Concussio”, a seguito dell’annullamento disposto dalla Cassazione il 10 novembre 2022 ed in parziale riforma della sentenza del Tribunale di Patti del 12 febbraio 2020. Con la nuova sentenza, azzerando di conseguenza le condanne emesse a carico di Lo Re e Di Bella, sono state revocate le statuizioni civili a favore dell’associazione centro studi ed iniziative culturali “Pio La Torre onlus” e della Fai – la federazione delle associazioni antiracket ed antiusura italiane, confermando quelle a favore di Rosario Fortunato.
L’esito del processo di secondo grado, giunto dopo due verdetti della Cassazione, da ragione a quanto sostenuto dai difensori dei due imputati, gli avvocati Giuseppe Serafino e Alvaro Riolo, che hanno sempre ribadito l’insussistenza dell’accusa riguardante l’estorsione aggravata dal metodo mafioso e che, eventualmente, si sarebbe trattato solo di una tentata truffa, come hanno deliberato ieri i giudici di secondo grado. Adesso i due legali, in attesa di leggere le motivazioni della sentenza – i giudici si sono dati novanta giorni di tempo – stanno valutando anche di presentare istanza per il risarcimento danni derivato dall’ingiusta detenzione. L’indagine “Concussio”, lo ricordiamo, era incentrata su presunte richieste di pizzo mentre era in corso la gara, indetta dal comune di Mistretta, per i lavori di valorizzazione e fruizione del patrimonio artistico contemporaneo delle opere di Fiumara d’Arte e nell’aprile del 2018, aveva portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Messina.