venerdì, Febbraio 21, 2025

Tribunale di Patti: presunti maltrattamenti all’ex compagna, assolto un imprenditore dei Nebrodi

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Il 15 febbraio scorso, il giudice di Patti, Giovanna Ceccon, ha assolto un imprenditore dei Nebrodi, imputato per presunti ripetuti maltrattamenti nei confronti della ex compagna, una donna di origini sudamericane. I due si erano conosciuti sui social ed era nata una relazione finita però in un’aula di Tribunale, dopo la denuncia presentata dalla donna ai carabinieri. L’uomo, al culmine di una presunta lite, fu arrestato nel 2020 e posto ai domiciliari. Secondo la ricostruzione del difensore dell’imprenditore 52enne, l’avvocato Massimiliano Fabio, sarebbe stato lui a decidere di interrompere il rapporto, dopo un periodo di frequentazione, scatenando la reazione della donna, che lo denunciò per presunti maltrattamenti e vessazioni, anche a sfondo sessuale, oltreché che per lesioni personali e violenza privata. Nel corso del dibattimento il difensore dell’imputato, l’avvocato Fabio, ha ricostruito i contorni della vicenda, contestando la contraddittorietà ed inattendibilità delle dichiarazioni della persona offesa e rappresentando come fosse invece l’uomo stesso a subire una “relazione tossica”. Rispetto all’unico episodio riferito, quello della presunta aggressione, è stata quindi evidenziata l’assenza di riscontri e nel corso del processo, attraverso alcune testimonianze opposte alle dichiarazioni rese dalla parte offesa, ha ricostruito come sarebbe stato il 52enne ad essere oggetto di aggressione, quella sera, dopo essere stato raggiunto dalla donna, tanto da aver egli stesso chiesto aiuto ad alcune persone presenti nelle vicinanze e ad aver sollecitato l’intervento dei Carabinieri. Il pubblico ministero aveva chiesto per l’imprenditore la condanna a tre anni e sette mesi di reclusione, ma il giudice, invece, ha disposto l’assoluzione dall’imputazione relativa ai maltrattamenti perché il fatto non sussiste, mentre per le presunte lesioni personali e la violenza privata, è stato disposto il non luogo a procedere per remissione di querela. “Il giudizio ha ristabilito la verità dei fatti e chiarito l’estraneità dell’imputato rispetto alle gravi contestazioni a lui mosse– per le quali il mio assistito ha dovuto patire periodi di profondo turbamento che ne hanno condizionato la vita quotidiana e le molteplici attività imprenditoriali” – ha commentato l’avvocato Massimiliano Fabio.

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