martedì, Febbraio 25, 2025

Patti, maltrattamenti in famiglia aggravati. 52enne assolto perché il fatto non sussiste

patti

Il giudice del Tribunale di Patti, Giovanna Ceccon, ha assolto dall’accusa di maltrattamenti in famiglia aggravati perché il fatto non sussiste un 52enne residente in un comune dell’hinterland nebroideo, mentre ha dichiarato il non doversi procedere per violazione degli obblighi di assistenza familiare per prescrizione.

L’uomo era accusato di reiterati maltrattamenti in famiglia, aggravati dall’aver commesso il fatto di fronte ai figli minori e dall’aver provocato lesioni alla parte offesa, sin dall’inizio del matrimonio nel 2013 e fino alla data della prima denuncia-querela da parte della compagna, presentata nel 2015. Secondo quanto ricostruito da parte offesa, al culmine dell’ennesimo diverbio per motivi banali, l’uomo, l’aveva afferrata al collo, strattonandola, mentre aveva il figlio piccolo in braccio. La donna aveva, quindi sporto denuncia ai carabinieri della Compagnia di Sant’Agata di Militello, raccontando di presunte reiterate aggressioni, che sarebbero andate avanti sin dai primi mesi della tormentata convivenza, caratterizzata da bruschi allontanamenti e ritorni a casa. E infatti, nonostante la prima querela, i due si erano riappacificati dopo poche settimane, ma successivamente erano proseguiti contrasti e litigi. Nel 2016, infatti, la donna presentava una seconda denuncia, raccontando che, al culmine dell’ennesimo diverbio, il marito avrebbe scagliato al suo indirizzo un coltello da cucina, sempre mentre teneva in braccio il figlio piccolo, senza tuttavia colpirli, per poi metterle le mani addosso. L’uomo, dopo la lite, aveva lasciato la casa coniugale, recandosi dai propri genitori, dove la moglie era andata, però, a cercarlo. Qui era stata la famiglia del marito a richiedere l’intervento della Polizia, in quanto, secondo quanto emerso in dibattimento, la donna avrebbe dato in escandescenze. Questa volta il 52enne era rimasto lontano da casa per diversi mesi, e – sempre secondo quanto denunciato dalla ex compagna – in quel periodo non avrebbe provveduto alla prole e alla stessa coniuge. Da qui era scaturita un’altra querela, che aveva seguito il proprio iter fino alla riunione dei due fascicoli in un unico procedimento. L’uomo, difeso dall’avvocato Rosario Di Blasi, ha sempre respinto tutte le accuse contestate. Dopo anni di lungaggini ed udienze dibattimentali, nel corso delle quali sono stati sentiti diversi testimoni, nella giornata di oggi si è svolta l’udienza conclusiva del complesso procedimento. Il PM aveva chiesto, al termine della sua requisitoria, la condanna a 4 anni di reclusione. Il giudice, invece, accogliendo la tesi difensiva del legale dell’imputato, che ha sostenuto l’insussistenza dei fatti contestati ed evidenziato il rapporto conflittuale della coppia, ha assolto l’imputato dal reato di maltrattamenti aggravati, perché il fatto non sussiste e dichiarato il non luogo a procedere per prescrizione per quello di violazione degli obblighi di assistenza familiare, indicando in 90 giorni il termine per depositare le motivazioni della sentenza.

Facebook
Twitter
WhatsApp