Sabato 1 marzo, a Messina, si è svolto il corteo No ponte che ha portato a scontri con gli agenti della Polizia di Stato. Il corteo è stato organizzato da una fetta marginale dei movimenti cittadini che si oppongono alla costruzione di tale infrastruttura.
Una manifestazione che doveva essere festosa e coinvolgere cittadini e famiglie, mettendo al centro le motivazioni di dissenso alla costruzione del ponte sullo Stretto. In realtà fin da subito si è respirata tensione, la gestione non sembrava quella auspicata e i partecipanti al corteo erano pochi, più numerose forse le Forze dell’Ordine spiegate.
Questo nervosismo è presto sfociato in violenza, lancio di petardi e scritte sui muri, senza che vi fosse distinzione tra una semplice parete e un monumento. Quasi inevitabile perciò lo scontro tra manifestanti e Forze dell’Ordine, avvenuto all’incrocio tra il viale Boccetta e la via 24 Maggio, dove pare che un manifestante e un agente siano rimasti lievemente feriti. Infine, dopo un ulteriore scontro avvenuto all’interno della Galleria Vittorio Emanuele due persone sono state condotte in caserma e presumibilmente denunciate. Pare che parte dei rivoltosi che più hanno creato scompiglio arrivasse da fuori città, ma ancora si hanno poche notizie a riguardo.
Le critiche alla gestione di questo corteo non sono arrivate solo dalle Lega che ha chiesto di “vietare l’utilizzo del suolo pubblico e l’organizzazione di raduni a coloro che abbiano già dimostrato di incitare alla violenza”, ma anche dal gruppo di Giovani No ponte, dalla Cisl e dal Coordinamento No ponte Messina. Quest’ultimo chiarisce di non aver organizzato né aderito all’iniziativa, e che non si può mai giustificare l’uso della violenza: “Una migliore ed equilibrata gestione della manifestazione sarebbe stata auspicabile e avrebbe evitato inutili scontri”.
Scritto da Dalila Grimaldi