domenica, Marzo 9, 2025

Messina, in Prefettura si parla di sfruttamento del lavoro e caporalato ai danni di stranieri

FOTO prefettura di messina

Sfruttamento lavorativo e del caporalato nei riguardi di cittadini stranieri presenti sul territorio della provincia di Messina. Di questo si è dibattuto alla Prefettura di Messina in un incontro, organizzato d’intesa con l’Assessorato Regionale della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro. L’iniziativa è scaturita nell’ambito delle attività previste dal progetto Su.Pr.Eme.2, piano quinquennale straordinario e integrato di interventi per il contrasto e il superamento di gravi forme di lavoro irregolare presenti in Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata e Campania, finanziato con risorse a valere sul FAMI 2021-2027 e sul Fondo Sociale Europeo 2021-2027, nell’ambito delle Politiche di Integrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.

Il progetto, rivolto ad una platea di circa 18 mila lavoratori stagionali migranti impiegati principalmente nel settore agro-alimentare e in ulteriori settori produttivi a rischio sfruttamento lavorativo, si svolge in partenariato tra le cinque Regioni del Sud coinvolte, guidato dalla Regione Siciliana quale soggetto capofila e prevede la partecipazione del partner privato “Nova Consorzio Nazionale per l’Innovazione Sociale”. Nel corso della riunione è stato posto l’accento sulla stretta connessione tra la richiesta di manodopera per la produzione agricola in Italia ed il fenomeno migratorio ed è stata evidenziata la vulnerabilità giuridica e sociale specifica dei richiedenti asilo che, in attesa della definizione dell’iter della domanda di protezione internazionale, si trovano più facilmente esposti al rischio di potenziale sfruttamento lavorativo, non solo in agricoltura ma anche in altri settori produttivi. Ampia disponibilità è stata manifestata dagli Enti gestori dei Centri di accoglienza al fine di consentire lo svolgimento di un’attività di informativa socio-legale nonché di iniziative rivolte alle vittime o potenziali vittime di sfruttamento lavorativo, oltre che di un’ulteriore attività di formazione e di diffusione della conoscenza degli strumenti di tutela previsti dall’ordinamento giuridico, rivolta al personale in forza alla Strutture di accoglienza, finalizzata all’emersione del fenomeno.

 

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