Erano accusati di furto aggravato dall’aver procurato danno all’ambiente, ovvero ad ettari di sughereti di un bosco di proprietà privata ed in concorso, ma sono stati assolti per improcedibilità. Così ha deciso il giudice Gianluca Corona del Tribunale di Patti nell’udienza di oggi, nell’ambito del processo a carico di due imprenditori di 57 e 61 anni, entrambi di Acquedolci, difesi rispettivamente dall’avvocato Rosario Di Blasi e dall’avvocato Rosalia Sberna.
I fatti oggetto di contestazione risalgono al 10 maggio 2019 quando un imprenditore agricolo presentò querela ai carabinieri, lamentando di aver subito il furto di sughero, sottratto da alcuni alberi ricadenti in terreno ubicato a Ficarra, che sarebbe stato nella sua disponibilità sulla base di un contratto agricolo finalizzato alla cessione della decortica delle querce da sughero, operazione che solitamente si svolge tra maggio ed agosto di ogni anno, sottoscritto con il proprietario del fondo. I due imputati erano stati sorpresi nel fondo, mentre erano intenti a ripulirlo da sterpaglie, erbacce e parti di sughero. Denunciati dal presunto conduttore, furono poi rinviati a giudizio. Nel corso delle udienze dibattimentali sarebbe però emerso come i due erano stati autorizzati direttamente dal corpo forestale ad effettuare le operazioni di scerbatura e ripulitura del terreno, per altro a titolo gratuito e con il solo beneficio di poter asportare i rifiuti vegetali, mentre il proprietario del fondo ha dichiarato di dato autorizzazione alla decortica al querelante per l’anno precedente, ossia il 2018, senza nessuna clausola di proroga automatica del contratto. Da qui il difetto di querela che non era stata presentata dal proprietario, legittimato a farlo.
L’eccezione procedurale è stata sollevata dagli avvocati dal collegio difensivo, che hanno anche sottolineato l’insufficienza di prove a carico dei due imprenditori finiti alla sbarra. Nell’udienza dibattimentale che si è svolta questa mattina, il giudice, ritenendo fondate contestazioni sollevate dai legali di fiducia dei due imputati, ha disposto sentenza di assoluzione piena per non luogo a procedere e motivazione contestuale, non essendo la causa valutata nel merito.