Auguri di Pasqua alla stampa dell’Arcivescovo Metropolita di Messina Giovanni Accolla accompagnato dal vescovo ausiliare Cesare Di Pietro e dal responsabile della comunicazione Giò Tavilla.
In uno dei momenti più difficili per l’umanità, l’arcivescovo di Messina Giovanni Accolla, utilizzando le parole di Papa Francesco, ha voluto rivolgere l’invito “per essere pellegrini di speranza nella normalità”.
Le divisioni di classe, ha detto Mons. Accolla, “condizionano l’operato degli uomini; spesso l’estrazione sociale o culturale dichi ci troviamo di fronte, ci portano a costruire steccati, ad alzare barriere”. La nostra vita, ha proseguito l’arcivescovo, “non può essere messa in un classificatore, non può essere mortificata dalla ricerca economica, dal possibile o probabile guadagno, la dignità umana è un valore che non può essere barattato o mortificato”. Messina, ha affermato mons. Accolla, “sta vivendo un periodo di violenza inaudita e incomprensibile, bisogna saper cogliere nel dono del figlio di Dio fatto uomo il coraggio di essere annunciatori di una fedeltà di Dio l’uno verso l’altro”.
Cristo, ha comunicato S.E. Giovanni Accolla, “ha messo la sua faccia per salvarci: “perdona loro perché non sanno quello che fanno”, è l’invito che non può lasciarci indifferenti”. Il messaggio che l’arcivescovo ha voluto rivolgere ai messinesi è “di coltivare l’umiltà, la gioia del servizio, per entrare nella stessa frequenza del fratello e vivere a tu per tu con lui, avendo lo stesso sentire”. Parlando dei giovani, Giovanni Accolla ha utilizzato due espressioni: “calore e colore proprio perché sono i ragazzi che danno un volto nuovo alla vita”.
La luce del Cristo risorto ha detto Mons. Accolla, “dà calore e calore alla vita umana, facendoci più accoglienti nel linguaggio e luminosi nello sguardo per cogliere la bellezza nel volto dei fratelli”. Nel congedarsi, l’arcivescovo Giovanni Accolla ha utilizzato due riflessioni: la prima di Don Primo Mazzolari: “L’Agnello c’insegna la fortezza; l’Umiliato ci dà lezione di dignità; il Condannato esalta la giustizia; il Morente conferma la vita; il Crocifisso prepara la gloria”; la seconda di Papa Francesco: “Nel silenzio della Croce tace il fragore delle armi e parla il linguaggio della riconciliazione, del perdono, del dialogo e della pace”.
Gli auguri finali di S.E. Mons. Accolla, rispecchiano quelle del pastore di una Chiesa in cammino, con le porte aperte per accogliere soprattutto gli ultimi, gli invisibili: “come pellegrini di speranza, auguriamo di vivere la Santa Pasqua con la consapevolezza che “dove c’è la Croce, la risurrezione è vicina”.