Un certosino e meticoloso lavoro di restauro, durato poco meno di un anno, ha riportato al suo antico splendore la Statua di San Leone Vescovo, patrono di Sinagra.
L’effige in legno, realizzata probabilmente intorno al XVII° secolo da autore ignoto, è stata affidata alle cure di Enzo Fazio Pellacchio, coadiuvato da Stefania Graziano e Mario Valenti, grazie ai fondi raccolti e messi a disposizione dal Comitato dei Festeggiamenti di San Leone e, quindi, dai fedeli. I lavori di restauro conservativo, hanno consentito di riportare alla luce le parti e i colori originali della statua, sopravvissuti ad innumerevoli rimaneggiamenti e stratificazioni effettuati nel corso dei secoli.
A monitorare attentamente i lavori di restauro, effettuati nel laboratorio di Naso di Pellacchio, la dottoressa Stefania Lanuzza della sovrintendenza dei beni culturali di Messina. La statua è stata restituita alla collettività domenica 20 aprile, in occasione della tradizionale “notte di Pasqua”, con una solenne cerimonia che si è svolta alla presenza delle autorità civili, religiose e militari e mostrata ai fedeli sul sagrato chiesetta di campagna dedicata al Santo. Poi la celebrazione della mesa a cui è seguita la tradizionale processione culminata nella celebre corsa tra le fiaccole accese. La tradizione vuole, infatti, che il simulacro del Santo sia custodito durante i mesi autunnali e invernali nella chiesa di campagna e che la sera di Pasqua faccia rientro in paese con una processione dall’incedere incerto e lento, con i c.d “i ddu passi avanti e unu arredi”.
Arrivata sul ponte, avvolta dal fumo delle fiaccole e dall’abbraccio simbolico di migliaia di fedeli, turisti e curiosi, la statua portata a spalla dai devoti “corre” fermandosi davanti la chiesa dell’Addolorata di P.zza San Teodoro. Da lì poi procede fino alla Chiesa Madre accompagnata da San Giovanni Battista e Santa Caterina d’Alessandria.
I festeggiamenti si sono conclusi con la processione mattutina di ieri, lunedì 21 aprile, che si è svolta in tono dimesso e quasi silenzioso dopo la notizia della morte del Santo Padre Francesco.