martedì, Aprile 29, 2025

Messina: educare alla vita tra difficoltà e rinascita

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Interessante iniziativa condivisa dall’amministrazione Basile tenutasi al PalaCultura con Alberto Pellai medico, psicoterapeuta che si occupa di educazione e promozione della salute, autore di diverse pubblicazione, tra le più interessanti “Allenare alla vita”, 10 punti chiave per “preparare” i giovani alla vita.

Trovare un punto d’incontro tra adulti e giovani per una crescita comune, è uno degli obiettivi che l’assessora Liana Cannata intende ottenere, in un momento particolarmente difficile per la società visti anche gli ultimi avvenimenti che hanno coinvolto un gruppo di giovani a Monreale e Messina con la triste vicenda del femminicidio di Sara Campanella.

Al tavolo dei relatori, oltre all’assessora Cannata e ad Alberto Pellai, l’assessora alle politiche sociali Alessandra Calafiore in rappresentanza del sindaco Federico Basile,

il dirigente scolastico Piero La Tona anche in rappresentanza del provveditore Leon Zingales, il presidente del CIDI Vincenzo Ciarocchi, Tommaso Romano e don Terenzio Pastore, ideatore e promotore dell’iniziativa “Acqua nel Deserto”.

Moderatore Francesco Pira, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso l’Università degli Studi di Messina il quale, alla luce soprattutto dei suoi lavori di ricerca che esplorano la sociologia della comunicazione, “ha voluto mettere in risalto le dinamiche tra giovani e nuove tecnologie, con un particolare focus sulle tecniche di comunicazione politica e sociale. Pira, ha affermato che la società tradizionale rischia il tracollo perdendo il suo ruolo e la sua identità a favore di un mondo troppo virtuale”. Diviene necessario, ha proseguito Francesco Pira, “far riemergere l’individualità rendendo l’uomo più consapevole di quella originalità di cui è possessore, diventando nuovamente artefice di azioni reali e concrete”.

L’assessora Liana Cannata nel ringraziare Alberto Pellai per il contributo formativo che darà sia agli adulti che ai giovani, “ha sottolineato come l’amministrazione comunale sta portando avanti diversi progetti innovativi, per offrire opportunità ai giovani con il coinvolgimento anche della Consulta Giovanile comunale”. Liana Cannata ha affermato che “la consulta è uno strumento importante per stimolare il mondo politico ad impegnarsi per far ottenere risultati concreti per l’intera comunità e, in particolare per la popolazione giovanile che diventa protagonista del nuovo presente”.

L’Assessora Alessandra Calafiore, oltre a portare il saluto del sindaco, “ha parlato delle iniziative rivolte soprattutto alle famiglie, finalizzati a sostenerle nei momenti critici o nelle fasi di cambiamento della vita familiare, allo scopo di prevenire o ridurre le esperienze di disagio familiare, infantile e adolescenziale”.

Alberto Pellai ha ricordato quelli che “ritiene essere i 10 punti chiave per allenare i giovani alla vita, partendo dalle difficoltà per avviare una rinascita che possa rappresentare il punto di svolta della vita dei tanti millennium e soprattutto di quelli della generazione Z”. Pellai ha “rivolto l’invito ai genitori e agli educatori di riscoprire e riaffermare il proprio ruolo, per far ciò, ha fornito alcuni strumenti utili ad affrontare le sfide educative in modo più consapevole ed efficace”. Un giovane, ha detto Alberto Pellai, “deve capire l’importanza di intraprendere il proprio “cammino” superando la complessità della vita e attingendo alle proprie risorse in modo che il risultato finale possa essere una felicità autentica e duratura”.

Sicuramente nei genitori di oggi, ha proseguito Pellai, “manca quell’autorevolezza che rappresenta elemento fondamentale per trasmettere ai figli un modello educativo importante; i giovani a loro volta, hanno bisogno di formare le loro coscienze acquisendo gli “insegnamenti” dei arricchendoli con le proprie risorse e capacità”. Gli adulti, ha affermato Pellai, “debbono riconoscere che crescere significa diventare responsabili, accettare i limiti, gestire i propri impulsi e imparare a relazionarsi con gli altri; il rischio, in caso contrario, è quello di perdersi e di finire in balia delle proprie fragilità”. Pellai ha anche parlato “del periodo storico che stiamo vivendo e dei nuovi scenari che la società di oggi deve affrontare per non rimanere indietro infatti, la diffusione della cultura digitale e dei social media hanno alterato profondamente il paesaggio educativo, generando spesso un vuoto interiore che compromette la genuina felicità dei nostri figli”.

Alberto Pellai ha trasferito anche “il frutto delle sue ricerche e delle esperienze cliniche che hanno messo in evidenza il disagio e la sofferenza tra gli adolescenti, sottolineando un’urgente necessità di comprendere le cause di questo fenomeno”. Questi i 10 punti chiave che Alberto Pellai ha proposto per “allenare” i giovani alla vita: Recuperare l’autorevolezza adulta: I genitori devono saper dire “no” e insegnare ai figli a gestire la frustrazione e i limiti. Virtuale non è reale: Ritardare l’accesso dei figli agli smartphone, possibilmente fino ai 14 anni, e in accordo con altri genitori. Generare alleanza educativa: Collaborare con scuola, educatori e allenatori, evitando conflitti e interferenze. Non è necessario essere sempre il numero uno: Evitare di mettere eccessiva pressione sui figli per la performance, causa di ansia e fragilità. La velocità è un falso mito: Ridurre il sovraccarico di attività dei bambini, favorendo tempi morti e un ritmo più lento. Ritrovare la sensibilità: Contrastare la desensibilizzazione causata da turpiloquio, sessismo, pornografia e violenza, promuovendo cura e rispetto. Riempire il vuoto interiore: Nutrire la mente dei giovani con stimoli culturali e artistici che promuovano la bellezza e l’auto riflessione. Dall’io al noi: Insegnare ai ragazzi il valore della cooperazione e del lavoro di squadra, contrastando l’eccessiva competizione. Non geolocalizzare i figli: Permettere ai figli di sperimentare rischi controllati, senza eccessivo controllo e sorveglianza. Recuperare la dimensione spirituale: Offrire ai bambini strumenti per rispondere alle grandi domande della vita, contrastando l’eccessivo materialismo.

L’iniziativa è servita anche per occuparsi di solidarietà vera e concreta rimarcando l’esempio di Papa Francesco, il pastore degli ultimi, degli indifesi, degli invisibili; “Acqua nel Deserto”, è un progetto promosso da don Terenzio Pastore, il quale ha rivolto un invito per “credere che il deserto possa diventare un giardino”.

Ha chiesto il contributo per fornire un servizio indispensabile alla vita di tante persone che non possono attingere ad una fontana per prendere dell’acqua, bisogno primario per la sopravvivenza.

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