Una ripartenza più rapida in Sicilia nella fase 2, per consentire all’economia dell’isola, già fortemente provata, di rimettersi in moto.
A chiederlo sono 13 sindaci e rappresentanti delle amministrazioni dei comuni dell’hinterland nebroideo, che ieri si sono riuniti nel salone parrocchiale di Rocca di Capri Leone per confrontarsi su prospettive e perplessità relative alla fase 2 dell’emergenza Coronavirus.
L’idea degli amministratori di Capri Leone, Capo d’Orlando, Sant’Agata Militello, Torrenova, Mirto, Frazzanò, Longi, Galati Mamertino, Tortorici, San Salvatore di Fitalia, San Marco d’Alunzio, Militello Rosmarino ed Alcara Li Fusi è quella di sollecitare il governatore Musumeci affinché si faccia portavoce delle loro istanze.
Mantenendo le condizioni di sicurezza e senza abbassare la guardia, i sindaci chiedono fiducia nella gestione della ripresa e sui controlli da effettuare, tenendo conto della differenza in termini di propagazione del contagio tra le diverse regioni.
Inoltre i sindaci sostengono che dovrebbe essere consentito di riprendere a lavorare in tempi più brevi di quelli attualmente previsti, con regole rigide e chiare, a determinati settori di attività per cui sembra invece volersi protrarre il blocco.
Gli amministratori, raccogliendo le istanze di un bacino di oltre 50.000 abitanti e facendosi portavoce delle difficoltà dei cittadini in questo drammatico momento, chiedono al presidente della Regione Musumeci anche di sollecitare le procedure per l’erogazione di misure quali la “Cassa integrazione”, per cui la Sicilia sta accusando gravi ritardi.