Una disposizione scaturita da questo momento di emergenza. E’ orientato verso questa direzione il provvedimento della direzione sanitaria dell’ospedale “Barone Romeo” di Patti con cui si richiedono medici dai reparti del presidio per fronteggiare l’emergenza al pronto soccorso.
La questione non è di poco conto, perché si possono immaginare le criticità che in questo momento affrontano i medici del pronto soccorso per la pandemia, non dimenticando i codici rosso e giallo e anche i possibili trasferimenti dei pazienti in altro ospedale. Se deve essere garantito il pronto soccorso, una soluzione doveva essere adottata, così come è stato già fatto all’ospedale di Taormina.
E su questo non ci piove. Ma perché ricorrere all’accorpamento di reparti e contrazione di posti letto? A Taormina questo non è avvenuto. Perché? Sembra che a Patti verranno accorpati i reparti di medicina e geriatria-lungodegenza, chirurgia generale e vascolare, con conseguente contrazione dei posti letto; si può immaginare cosa abbia determinato tutto questo, soprattutto le preoccupazioni che questi provvedimenti, i quali, è stato specificato, sono provvisori, vengano posticipati e diventino in avanti definitivi. Certo è che se i primari dei reparti dovessero individuare autonomamente i medici da assegnare al pronto soccorso, forse si potranno evitare accorpamenti e contrazioni di posti letto.
Succederà così? La situazione si conoscerà a breve, perché il provvedimento è operativo dal 10 maggio. Un ultima annotazione a margine, esternata da persone, quali siamo noi, che viviamo sulla strada e che rassegniamo ai vertici dell’Asp di Messina e di Patti. La contrazione dei posti letto, di per se stessa e soprattutto in un periodo in cui si affronta l’emergenza per il covid, tra questioni contingenti degli altri ospedali della provincia, visto che ci si può ammalare anche di altre patologie, oltre al coronavirus, non è una circostanza penalizzante per la comunità?