Mancanza di dialettica e di scelte collegiali. Per questo Salvatore Chiofalo non è più assessore nella giunta di Furnari, guidata da Maurizio Crimi. Le sue dimissioni erano nell’aria dopo che, dieci giorni fa, il sindaco, redistribuendo le deleghe, gli ha tolto l’incarico di vice sindaco.
Salgono pertanto a quattro, da gennaio ad oggi, gli assessori che si sono dimessi; prima Anna Chiofalo, poi Gioacchino Messina e Melita Messina ed infine ieri Chiofalo, vice sindaco dal 18 luglio 2018 fino all’11 maggio scorso. Ha spiegato in una lettera i motivi delle sue dimissioni: “Comportamenti assolutamente non trasparenti sul piano dialettico da parte del sindaco, non collaborativi e privi di programmazione; in ventidue mesi di mandato non è stata mai convocata la giunta per decidere sulle problematiche più importanti da affrontare.”
Per Chiofalo il sindaco “in tutti i modi ha adombrato la sua funzione di vice sindaco e delle sue deleghe, avocando a se ogni iniziativa e ogni decisione, senza informare gli assessori.” Emblematici per Chiofalo, dopo poco più di un anno, l’azzeramento dell’esecutivo e poi le dimissioni degli assessori, “taluni sollecitati dallo stesso sindaco”.
E’ mancato il confronto “mentre la legislatura volge al termine e restano tutti i problemi ereditati irrisolti, tra gli altri il prg, l’acqua, la regolarizzazione dei capannoni dell’area artigianale, il decoro urbano, la viabilità e le infrastrutture”.
Infine un’ultima stoccata: si è deciso di frantumare una compagine, indebolendo l’esecutivo proprio quando all’orizzonte c’è lo spettro della riapertura del “megamostro” della discarica di Mazzarrà Sant’Andrea. “Insieme ai consiglieri Antonina Fazio e Vincenzo Pelleriti, che hanno già preso le distanze dal sindaco, ha concluso Chiofalo, cercheremo di informare la comunità e di porre in essere ogni utile iniziativa nel paese”.
Secca la replica di Maurizio Crimi: “Ho sempre assicurato a tutti completa autonomia, nessuna interferenza da parte mia, difficile confrontarsi quando il proprio vice o sostituto frequenta gli uffici politici mediamente un’ora e mezza al giorno.”