L’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani Italiani) di Messina esprime lo sdegno di tutti i cittadini democratici per la presenza ai vertici della politica e dell’amministrazione regionale del leghista Alberto Samonà.
“Nel condividere in pieno la dichiarazione di ieri del coordinatore regionale e vicepresidente nazionale Ottavio Terranova, – dichiara il Fiduciario Provinciale ANPI Fausto Clemente -considera la scelta del governo Musumeci, responsabile della nomina del suddetto nazifascista alla titolarità dell’assessorato alla Cultura, uno scempio della dignità, della storia e della stessa tradizione culturale della nostra Isola.
Ritenendo irrinunciabile una opposizione netta, continuata e irriducibile all’attuale situazione, si impegna a contrastare con tutti gli strumenti legittimi la degenerazione neo fascista delle istituzioni regionali e dei suoi organi esecutivi, collaborando tutte le forze antifasciste e democratiche per il ripristino in Sicilia dei valori della Costituzione Repubblicana nata dalla Resistenza e dalla Lotta di Liberazione.
Ottavio Terranova, coordinatore regionale ANPI Sicilia e Vicepresidente nazionale ANPI, aveva scritto così ieri, richiedendo le dimissioni immediate dell’assessore regionale Alberto Samonà.
“La Memoria dei siciliani, uomini e donne, che contribuirono a sconfiggere l’orrore assassino razzista nazifascista, sacrificando la propria vita per dare Libertà, Democrazia e Giustizia martoriata dalla dittatura, da Placido Rizzotto, partigiano e sindacalista ucciso – onorato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nei solenni funerali di Stato di otto anni addietro a Corleone -, delle migliaia di nostri concittadini isolani che combatterono sul fronte antifascista, nelle formazioni partigiane in Italia e in altri paesi che erano stati occupati dai propagandisti della “razza eletta”, nel nuovo esercito nazionale nato dopo l’armistizio del’8 settembre, per liberare l’Italia, o subirono, deportati, i più tragici tormenti nel Lager e nei campi di prigionia in quanto IMI – internati militari italiani – che rifiutarono di aderire alla nazifascista RSI, degli ebrei siciliani morti nei Luoghi di sterminio e i residenti nella Sicilia Orientale che si ribellarono armi in pugno ai nazisti in ritirata, non può essere umiliata sul piano storico, morale e civile, dal curriculum e dalle esternazioni profferite nel corso del tempo dall’attuale assessore ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana Alberto Samonà, nominato un mese addietro dal Presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci.
La Cultura storica siciliana, costituita nel suo percorso storico dalle esperienze di convivenza e reciproco rispetto dei tanti popoli che hanno dimorato nell’isola, dagli aneliti di Libertà e Giustizia che sono emersi nel corso dei secoli nelle lotte contro le tirannie, dai Vespri siciliani al riscatto garibaldino, dal movimento dei Fasci siciliani dei lavoratori alle Lotte dei contadini e braccianti, dalla resistenza contro la ventennale dittatura fascista e allo strapotere politico- affaristico-mafioso, non può essere rappresentata da Chi ha esaltato la “cultura” fascio-massonica.
Nel corso dell’ultimo mese, appreso del modello di riferimento evidenziato in tante occasioni dal novello assessore, in Sicilia sono state molteplici le dichiarazioni di sdegno e disapprovazione.
Ora, preso atto, che in una raccolta di poesia stilata anni addietro da Alberto Samonà si esaltava il valore delle SS – le truppaglie specializzate nell’assassinio di massa del regime nazista -, la misura della sopportazione democratica è colma.
La netta contrarietà è stata evidenziata anche a livello nazionale da strutture sociali, politiche ed associative. La Costituzione italiana, nata dalla Resistenza, sancisce i supremi valori antifascisti della Repubblica. E’ assolutamente vietata, specie da parte di un rappresentante istituzionale, l’esaltazione di uomini, idee e strutture che hanno determinato razzismo, disprezzo della dignità umana e guerre di aggressione ai popoli europei.
L’ ANPI Sicilia richiede l’immediata dimissione del suddetto assessore scelto appositamente in rappresentanza della Lega. In caso diverso, per giusta etica civile, deve dimettersi il Presidente della Regione siciliana che l’ha nominato”.