L’hanno chiamata “Ladybug”. E’ un’operazione portata a termine dai finanzieri del comando provinciale di Messina; riguarda l’indebita percezione di finanziamenti pubblici ed il falso bracciantato agricolo.
Questi i reati contestati: frode ai danni dell’Inps, falso e truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche. L’attività d’indagine è stata diretta dalla procura della repubblica di Messina ed eseguita dalle fiamme gialle della tenenza di Patti, sotto il coordinamento del gruppo della guardia di finanza di Milazzo; è stato stroncato un meccanismo che aveva consentito a ben 156 lavoratori di ottenere indebitamente – secondo l’ipotesi accusatoria – le indennità assistenziali e previdenziali per il settore agricolo, pari ad oltre 550.000 euro.
L’attenzione delle Fiamme Gialle, grazie ad interscambi info-investigativi con gli ispettori dell’Inps, è inizialmente caduta su una società cooperativa agricola di Piraino, il cui responsabile aveva comunicato all’Inps l’assunzione di centinaia di operai, da impiegare nei terreni di sua proprietà. Dopo i primi accertamenti, gli investigatori hanno scoperto che l’azienda era priva di personale e di una reale struttura operativa ed era nata con l’intento di procurare ai responsabili un ingiusto profitto. Infatti i braccianti non avevano espletato alcuna prestazione lavorativa e avevano percepito comunque contributi previdenziali ed assistenziali.
Altri contributi pubblici poi, per circa mezzo milione di euro, concessi dall’Agea, finanziati per migliorare le strutture aziendali agricole operanti nell’area dei Nebrodi, soprattutto nel territorio di Montalbano Elicona. E’ emerso anche come la cooperativa agricola facesse parte di un ramificato sistema di aziende, composto da 14 società, che si scambiavano vicendevolmente numerose fatture “gonfiate”, per un importo pari a 360 mila euro, predisposte per attestare all’ispettorato dell’agricoltura di Messina e all’Agea le spese per la realizzazione di lavori agricoli, in realtà mai sostenute.
Da qui il Gip del Tribunale di Messina ha disposto nei confronti del rappresentante legale della cooperativa, il sequestro preventivo di beni per un valore di circa 1,5 milioni di euro. Durante la fase esecutiva del provvedimento sono state sequestrate anche il 60% delle partecipazioni di una società di Piraino. Resta nel frattempo alta la soglia di attenzione della procura della repubblica di Messina e della guardia di finanza nei confronti di un territorio, quale quello dei Nebrodi, dove ci sono strutturate organizzazioni criminali; qui nel gennaio scorso la Direzione Distrettuale Antimafia di Messina ha disposto l’esecuzione di 94 ordinanze di custodia cautelare per associazione a delinquere di stampo mafioso, il sequestro di oltre 150 aziende, verificato l’interesse di due gruppi mafiosi indagati sul controllo e l’illecita percezione di ingenti contributi comunitari concessi dall’Agea.