Storia di chi ha sconfitto il Covid-19 dopo 23 giorni di ricovero ospedaliero e ha voluto rendere una testimonianza di quanto vissuto durante giorni difficili. A parlare è Domenico Catalfamo che, già durante i giorni trascorsi al Covid hospital “Cutroni Zodda” di Barcellona Pozzo di Gotto, aveva lanciato un monito a fare attenzione perché il coronavirus è una cosa seria. Adesso, dopo 24 ore dal ritorno a casa, Domenico racconta il suo periodo di degenza e ci invita a riflettere.
I ringraziamenti partono citando il personale del 118 e del pronto soccorso. Quindi al reparto di Malattie Infettive, dove è stato preso in carico e curato. Proprio qui, l’Operatore Socio Sanitario di Terme Vigliatore, che è anche un volontario della Misericordia, aveva svolto il suo tirocinio.
“Il Covid-19 non è una scemenza, non è una passeggiata. Purtroppo il virus esiste, è brutto, ti allontana da tutto e da tutti, ti porta lontano dai tuoi affetti, spesso porta depressione, in ospedale non sai come far passare le giornate. A parte il telefono non c’è nulla per svagarti, solo l’amore della compagnia dei tuoi familiari, degli amici che, tra sms e telefonate, cercano di tirarti su il morale e alleviare le giornate buie. Gli infermieri non sono da meno: ti parlano, ti fanno le battute, sono loro gli angeli del reparto che cercano in tutti i modi di tirarti su il morale”.
Cita uno a uno medici e personale sanitario tutto del reparto, Domenico Catalfamo. Non vuole dimenticare nessuno. Come non dimentica i compagni di stanza con i quali ci si faceva forza a vicenda. E rivolge un pensiero ai genitori contagiati.
Proprio ieri la mamma di Domenico, ha scritto un post su Facebook affermando di essere in attesa dell’esito del tampone dal 26 novembre scorso e lamentando un rimpallo di competenze tra Asp e Usca sulla comunicazione dello stesso.
Al termine del suo lungo post, Domenico rivolge un invito a tutti ad usare i dispositivi di protezione individuale e non fare assembramenti perché il virus esiste veramente.