“La zona rossa che stiamo vivendo e che di fatto non possiamo più permetterci di rivivere ha creato una situazione che non garantisce né una limitazione delle occasioni di contagio tra i cittadini, né un trattamento equo nei confronti delle attività”. Lo dichiara Maria Pensabene, responsabile del Presidio territoriale Confesercenti Milazzo.
“Indubbiamente – spiega Pensabene – vengono penalizzate soprattutto le imprese del comparto dell’abbigliamento, delle calzature, del mondo dello sport, della ristorazione e le gioiellerie, costrette a rimanere chiuse al contrario di tante attività che restano aperte e che peraltro non garantiscono una vera e forte limitazione degli spostamenti di persone, creando invece una motivazione per uscire da casa”.
“La città di Milazzo – prosegue Pensabene – sta vivendo una situazione a dir poco drammatica. Manca un orizzonte temporale per immaginare una vera e propria ripartenza, soprattutto duratura, su cui programmare investimenti. Per 11 mesi – dice – è mancato il sostegno necessario per fronteggiare economicamente l’emergenza mentre la sospensione di pagamenti, utenze, affitti e tributi si traduce solo in un rinvio.
Ci siamo indebitati per poter andare avanti, ma poche saranno, di questo passo, le attività che riusciranno a sopravvivere. Il 2020 è finito male e l’anno nuovo con questa nuova chiusura è iniziato peggio. Continuiamo a dover fare i conti con l’emergenza sanitaria. Nel Post COVID 19, ci sarà da ricostruire l’intero comparto commerciale milazzese. Sostenere in questa fase il tessuto economico locale è di assoluta priorità e stiamo già lavorando ad una serie di proposte che presenteremo all’amministrazione comunale”.
La responsabile del Presidio territoriale Confesercenti Milazzo chiede, dunque, “che venga istituito un tavolo permanente di concertazione con le associazioni maggiormente rappresentative per porre in essere una riprogrammazione delle strategie dello sviluppo turistico e commerciale del comune. Propongo, dal momento che dobbiamo imparare a convivere con il virus ancora per parecchio tempo di farlo nella maniera migliore, riaprendo le attività e demandando a protocolli di sicurezza e alla responsabilità del singolo individuo la cautela della nostra salute e di chi ci circonda.“