“Attività vulcanica caratterizzata da degassamento e continua attività esplosiva dai crateri sommitali con eventuale formazione di nubi di cenere ed effusione lavica”. Sono gli “scenari attesi” dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia – Osservatorio etneo di Catania sull’Etna contenuti nel bollettino settimanale sull’attività del vulcano sottolineando, però, che “non è possibile escludere un’evoluzione dei fenomeni verso un’attività più energetica”.
“Eventuali variazioni dei parametri monitorati – spiegano dall’Ingv-Oe di Catania – possono comportare una diversa evoluzione degli scenari di pericolosità sopra descritti. Si sottolinea che le intrinseche e peculiari caratteristiche di alcune fenomenologie, proprie di un vulcano in frequente stato di attività e spesso con persistente stato di disequilibrio come l’Etna, possono verificarsi senza preannuncio o evolvere in maniera imprevista e rapida, implicando quindi un livello di pericolosità mai nullo”.
Questa la sintesi dello stato di attività dell’Etna riportata nel bollettino della settimana che va dal 15 a 21 febbraio. Alla luce dei dati di monitoraggio l’Ingv-Oe ha registrato sul piano vulcanologico: episodi parossistici al Cratere di Sud-Est, separati da intervalli di relativa calma; attività esplosiva intracraterica e degassamento dagli altri crateri sommitali. Sul fronte sismologico: bassa attività da fratturazione; ampie e repentine variazioni dell’ampiezza del tremore correlate con le fasi di attività vulcanica. Infrasuono: elevata attività.
Deformazioni: variazioni contenute (0.1- 1 microradianti) durante le fasi parossisitiche. La rete Gps non ha registrato variazioni significative. Geochimica: il flusso di SO2 (anidride solforosa) si attesta su un livello medio, quello di HCl (acido cloridrico) è medio-alto e il flusso di CO2 (anidride carbonica) dal suolo resta su valori medi di degassamento. La pressione parziale di CO2 disciolta non mostra variazioni significative.
Il rapporto isotopico dell’elio si attesta su valori medio-alti.
Da osservazioni satellitari di registra un’attività termica in area sommitale di livello elevato.