Ad un anno dall’inizio della pandemia la catastrofe economica anche a Messina e provincia è conclamata. Questo in sintesi il bilancio evidenziato dalla Confeserecenti Messina.
I numeri sono impietosi. Grazie ad uno studio, sono stati messi a confronto il fatturato del 2019 con quello del 2020 nei diversi settori produttivi su un campione di 722 aziende di Messina e provincia. Si percepisce un effetto domino in tutti i comparti, con una perdita media nei vari settori del 40%, non dimenticando anche che la pandemia è arrivata dopo anni di crisi profonda per le imprese.
A “salvarsi” solo i settori alimentari, elettronica e telefonia, dei prodotti per la detergenza della casa, le farmacie e il delivery del comparto food, che registra nell’ultimo anno un +34% dovuto alle restrizioni legate alla pandemia.
Le notizie peggiori arrivano dal settore “Intrattenimento ed eventi” con perdite del 65% di media, con picchi in negativo per i cinema e le discoteche che arrivano a -73%, poi eventi-sagre e fiere con il -71% e infine i parchi giochi per bambini che registrano un calo di fatturato rispetto al 2019 del 55%. Il comparto legato alla ricettività segna invece un -51% di media, ma a soffrire di più sono gli hotel con un calo di fatturato del 67%. In agonia anche la filiera dei ‘fiori d’arancio’. Nel settore Banqueting, rispetto al 2019, emergono perdite del 46% di fatturato. In questo comparto il dossier di Confesercenti Messina ha inserito anche le agenzie di viaggio, fino a qualche tempo fa punto di riferimento per la luna di miele degli sposi, che invece oggi registrano un calo del 63%.
Numeri negativi anche nell’estetica e benessere, in cui la media percentuale si attesta su un -41%, mentre nello specifico i centri benessere soffrono con perdite pari al 71%. Nel settore moda, -41% di media, sono i negozi di abiti da cerimonia i più penalizzati dalla crisi, con perdite di fatturato che arrivano al 63%. La ristorazione fa registrare un -30% di media, con i ristoranti che accusano maggiormente il colpo (-40%), seguiti dai bar (-33%) e dalle pizzerie (-27%).
Un autentico dramma quello evidenziato dal report, che coinvolge a cascata anche gli agenti di commercio con perdite del 35%. Preoccupa per il resto il grave indebitamento delle imprese verso le banche e lo Stato.