Dopo undici anni di indagini e di udienze, il caso si è chiuso con la prescrizione. L’ha disposta il giudice monocratico del Tribunale di Patti Vincenzo Mandanici nei confronti di Maria Tindara Crifò, difesa dall’avvocato Francesco Balletta; erano sette i capi d’imputazione contestati per una vicenda in cui il giudice ha disposto il non doversi procedere per intervenuta prescrizione.
I fatti risalgono al 2010, a quando si avviò una lunga e complessa attività d’indagine da parte dei carabinieri. Secondo la ricostruzione dell’accusa, l’imputata, in concorso con un altro soggetto, avrebbe posto in essere una serie numerosa di falsi in scrittura privata ed atti pubblici per compiere truffe nei confronti di società finanziarie, come Findomestic Banca, Agos Ducato e Deutsche Bank.
In particolare, con l’ausilio di supporti informatici, avrebbe alterato documenti di identità, patenti di guida, certificazioni di residenza e documenti fiscali. Questa ricostruzione, che ha comportato perquisizioni domiciliari e sequestri, che però non hanno retto di fronte ad alcune eccezioni sollevate dall’avvocato Balletta, tanto che il processo ha subito una regressione alla fase preliminare per un vizio legato all’attività di indagine.
Riavviato il processo, si è adesso concluso dopo circa 11 anni dai presunti fatti contestati; sia l’accusa che la difesa hanno chiesto che venisse disposta la prescrizione e così alla fine ha disposto il giudice in sentenza, anche per l’altro imputato difeso dall’avvocato Michele Mondello, ordinando anche la restituzione dei documenti sequestrati.