Il consulente tecnico del gip di Termini Imerese, che ha eseguito l’autopsia sul corpo della 17enne di Caccamo Roberta Siragusa, ha escluso la tesi del suicidio, sostenuta dalla difesa dell’imputato.
La giovane, uccisa nella notte fra il 23 ed il 24 gennaio scorso, fu trovata morta semi carbonizzata in un dirupo. Rispondendo alle domande dei legali dell’indagato, il 19enne Pietro Morreale, ex fidanzato della vittima, il medico legale ha ribadito che la ragazza è stata assassinata con alcuni colpi sferrati con un corpo contundente, poi le è stato dato fuoco ed è deceduta dopo una tremenda agonia di 5 minuti.
La tesi del suicidio è stata sostenuta dall’indagato, il quale ha raccontato che, dopo una lite, Roberta sarebbe scesa dall’auto, si sarebbe cosparsa di benzina e avrebbe appiccato il fuoco rotolando tra le fiamme lungo la scarpata. Secondo l’accusa, invece, i due ragazzi avrebbero litigato mentre si trovavano in auto nei pressi del campo sportivo, il giovane l’avrebbe colpita e poi le avrebbe dato fuoco.
Tracce di liquido infiammabile sono state trovate proprio vicino al campo sportivo e in mano agli inquirenti c’è anche un video, girato da una telecamera di sorveglianza, che ha ripreso gli ultimi istanti di vita della vittima, arsa viva. La ragazza sarebbe poi stata riportata in auto e buttata dalla scarpata. Con l’esame del medico legale si è concluso l’incidente probatorio, iniziato con l’udienza dello scorso 27 maggio. Ora la Procura di Termini Imerese dovrebbe chiudere l’indagine e chiedere il rinvio a giudizio di Morreale, che continua a essere sottoposto alla misura cautelare della detenzione in carcere con le accuse di omicidio aggravato e occultamento di cadavere.