Vanessa Zappalà, la 26enne barbaramente uccisa all’alba di lunedì scorso sul lungomare di Aci Trezza, torna a casa, a Trecastagni, dall’obitorio del Policlinico di Catania. Non c’è stata autopsia, la Procura ha firmato il nulla osta per la restituzione della salma alla famiglia. Domani i funerali, che saranno celebrati alle 19 sul sagrato del Santuario dei Santi Martiri Alfio, Filadelfo e Cirino nel paese etneo.
Ieri, invece, a San Giovanni la Punta, in forma strettamente privata, le esequie di Tony Sciuto, l’ex fidanzato che ha massacrato Vanessa, morto suicida poche ore dopo il delitto. Sciuto, già denunciato per stalking e colpito con la misura cautelare del divieto di avvicinamento a Vanessa, ha raggiunto ugualmente la sua vittima sul lungomare di Aci Trezza, domenica notte. Nonostante la giovane gli avesse intimato di andarsene, minacciando di chiamare i Carabinieri e avesse tentato di fuggire, Sciuto non ha esitato ad afferrarla per i capelli. Ha tirato fuori una pistola calibro 7,65 e iniziato a sparare, puntando alla testa. 7 i colpi esplosi.
Una morte preannunciata dall’ossessione e dalla gelosia morbosa manifestate dall’omicida. Polemiche e dolore per la vicenda. Si discute, di pancia, sulle leggi in vigore per tutelare le donne e di quelle a garanzia degli indagati. L’assessore all’Istruzione del Comune di Aci Castello, Marco Calì, martedì ha preso parte alla fiaccolata che si è svolta a Trecastagni per testimoniare la vicinanza della comunità castellese. L’amministratore ha scritto al Ministro dell’Istruzione, all’assessore regionale all’Istruzione, ai sindaci ed ai dirigenti scolastici proponendo di dedicare delle ore mensili dell’attività didattica alla sensibilizzazione dei giovanissimi sul tema. ”Di sicuro le norme devono essere più dure – scrive Calì – ma sono convinto che il problema principale sia di carattere culturale, Va ricercato in quella becera mentalità che vede la donna come oggetto di possesso”. Intanto proseguono le indagini dei Carabinieri del comando provinciale di Catania. Si cerca l’arma del delitto, Sciuto se ne è sbarazzato prima di impiccarsi, e di capire come ne sia entrato in possesso e come abbia fatto a sapere con esattezza dove si trovasse Vanessa la notte tra domenica e lunedì.