Mancano appena 48 ore alla fatidica data del 15 ottobre: a partire da venerdì mattina tutti i lavoratori dovranno obbligatoriamente avere il green pass. Chi non avrà un certificato verde valido dovrà essere allontanato dal luogo di lavoro e la sua sarà considerata un’assenza ingiustificata: saranno conteggiati come assenza anche i giorni festivi fino alla presentazione del certificato.
Chi controlla?
I controlli spettano al datore di lavoro e devono essere fatti ogni giorno, all’accesso in ufficio o anche successivamente, a tappeto oppure a campione, ma in una misura non inferiore al 20% del personale in servizio, assicurando una rotazione costante. Per le verifiche potrà essere utilizzata la App gratuita “VerificaC19” oppure i nuovi strumenti previsti dal dpcm, che consentiranno una verifica “quotidiana e automatizzata” rilevando solo il possesso del pass e nessun altro dato del dipendente.
Le sanzioni
La sanzione prevista per il dipendente che entra in azienda senza dichiarare di non avere il green pass va da 600 a 1.500 euro.
Criticità
Alla vigilia dell’entrata in vigore dell’obbligo, però, restano ancora delle criticità: in Italia le persone senza Green Pass sono 8 milioni, di cui circa 3 milioni sono lavoratori. Così chi sceglie di non vaccinarsi o non è guarito dal Covid negli ultimi sei mesi dovrà mettere in conto di sottoporsi ad almeno tre tamponi a settimana: i test rapidi antigenici, che hanno validità di 48 ore, hanno un prezzo di 15 euro per i maggiorenni, dunque il costo mensile, considerata una settimana lavorativa di cinque giorni ammonterebbe a 180 euro al mese.
Oltre ai costi, il problema diventerebbe l’effettiva capacità del sistema di reggere il gran numero di tamponi che si renderanno necessari: nel nostro paese, infatti, si dovrebbero processare tra i 10 e i 12 milioni di tamponi a settimana. Secondo i numeri attuali, infatti, oggi si procede con un ritmo di 2 milioni a settimana, dunque si arriverebbe ad una domanda enorme, che difficilmente laboratori e farmacie riuscirebbero a soddisfare.