L’Università come punto di incontro tra bisogni, richieste e ricerca. Sono i temi approfonditi nel corso del workshop organizzato dal Dipartimento di Economia dell’Università di Messina, all’interno del Progetto ‘I Know’.
Tra le proposte sperimentabili, collegamenti aerei a corto raggio per merci e turismo, utilizzando aviosuperfici sul territorio
“Un nuovo sistema logistico regionale a supporto della valorizzazione e internazionalizzazione delle eccellenze dell’area dei Nebrodi” è stato al centro del workshop organizzato dal Dipartimento di Economia dell’Università di Messina, all’interno del Progetto ‘I Know’ e promosso dal professore Andrea Cirà, responsabile scientifico di ‘I Know’ per l’ateneo messinese.
Il seminario si è svolto in collaborazione con il Consorzio Med Europe Export e il CNA Sicilia. Dopo i saluti di Michele Limosani, direttore del dipartimento di Economia di Unime, i lavori si sono articolati in due sessioni, la prima dedicata alle eccellenze e criticità dell’area dei Nebrodi, la seconda sulle capacità commerciali del comprensorio.
“Il progetto ‘I Know’ prevede lo sviluppo e la creazione di nuove imprese, ma soprattutto il trasferimento tecnologico tra università e impresa – ha spiegato il professore Andrea Cirà – quello che stiamo facendo è raccogliere e ricreare le reti sul territorio. Abbiamo formato una rete di imprese e ripreso i rapporti con gli amministratori locali. Grazie ai fondi del progetto ‘I Know’ ci sono aziende e gruppi di ricerca che hanno brevettato (sono stati depositati cinque brevetti). Insieme al collega di Economia applicata, Guido Signorino, l’impegno è massimo nella prosecuzione della trasmissione delle conoscenze scientifiche dall’università al territorio”.
Sul problema infrastrutturale, analizzato nelle sue criticità dal sindaco di Sant’Agata Militello Bruno Mancuso e dal presidente del Parco dei Nebrodi Domenico Barbuzza, Cirà è chiaro: “Spostiamo l’analisi, parliamo più che di infrastrutture di logistica. Dobbiamo mettere a sistema tutto quel che abbiamo. Non possiamo pensare che lo sviluppo delle aziende dei Nebrodi passi dal fare viaggiare le merci su sistemi di trasporto di grandi volumi, perché le imprese del nostro territorio realizzano prodotti di altissima qualità, ma con piccole quantità di volumi; serve di più indirizzarli verso mercati ricchi e turismo di qualità, piuttosto che di massa. In funzione anche di questo è possibile incentivare i collegamenti aerei a corto raggio, che non hanno bisogno di aeroporti ma si muovono su aviosuperfici: abbiamo in atto relazioni con gli aeroclub che posseggono aerei adatti di piccole dimensioni e sono disposti a sperimentare servizi di questo tipo, con piccoli investimenti da parte dei comuni, quindi collegamenti anche interprovinciali a cortoraggio, utili sia per le merci che per le persone”.
“C’è bisogno di più attenzione da parte del governo nazionale sulle infrastrutture – avverte il presidente del Parco dei Nebordi, Domenico Barbuzza. Spingiamo tantissimo sulla Zes, è molto importante e sarebbe vitale per le nostre imprese. Stiamo, inoltre, puntando sulle nostre biodiversità ed è confortante come molti giovani si avvicinino all’agricoltura. Essere all’università significa invogliare i ragazzi a non partire e costruire qui il loro futuro. I Nebrodi possono essere traino per l’economia non solo della provincia di Messina, ma di una parte importante della Sicilia”.
Grazia Clementi, presidente di Med Europe Export, consorzio multisettoriale di imprese siciliane, ha spiegato come le attività dei distretti e dei consorzi debbano essere supportate da una formazione sempre più professionalizzante. “Le sfide più grosse per le aziende locali sono sull’innovazione e l’internazionalizzazione. Vendere un prodotto fuori è conoscere e sapere presentare un territorio nella sua interezza. Dobbiamo vendere un luogo, non un singolo prodotto, all’estero vogliono conoscere dove si fa, esportare cultura, tradizioni, puntando non sulla quantità ma sul valore della tipicità. Perciò è quanto mai imprescindibile la formazione: l’importanza della conoscenza delle lingue e la digitalizzazione”. Per la presidente di Med Europe Export è fondamentale promuovere tutte quelle forme che consentono alle piccole e medie aziende di mettersi in rete. “Le piccole e medie imprese non possono affrontare il mercato da sole”, spiega. “Così l’università ha un ruolo centrale come collegamento tra impresa e territorio, punto di incontro tra bisogni, richieste, ricerca e il compito di formare figure altamente competenti”.
Al workshop hanno partecipato un gruppo di buyers newyorkesi molto interessati alle eccellenze dell’area dei Nebrodi. Per il CNA Sicilia è intervenuto Tindaro Germanelli, coordinatore regionale agroalimentare del Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa. A seguire le relazioni di Angela Bergantino, Università di Bari e Presidente SIET – Società Italiana di Economia dei Trasporti e della Logistica; di Valeria Scavone, docente dell’Università di Palermo; di Sebastiano Di Stefano, chief financial officer Psts Sicilia e project manager Progetto ‘I Know’; dei docenti Maurizio Lanfranchi, Giuseppe Ioppolo e Guido Signorino dell’Università di Messina; l’intervento di Vincenzo Garofalo, già componente Commissione Trasporti della Camera dei deputati e degli imprenditori Domenico Miragliotta vicepresidente ‘Solchi’ Sicilia e Antonio Bonfiglio di ‘Cantine Bonfiglio’ – Faro DOC.
IL PROGETTO ‘I KNOW’ – Sviluppato nell’ambito delle iniziative di cooperazione del Progetto Interreg Italia Malta è finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale e finalizzato alla creazione di start up innovative di servizi per favorire la nascita e il potenziamento di realtà imprenditoriali (micro, piccole e medie), per raggiungere più velocemente i mercati di sbocco e incrementarne la performance competitiva.