“L’ultima tornata del voto per le amministrative ha confermato anche nell’Isola un trend generale positivo per l’alleanza politica di centro sinistra. Dopo le vittorie di Milano, Napoli, Roma e Torino, in Sicilia i candidati sostenuti principalmente dal PD e dal M5S, hanno vinto le rispettive competizioni elettorali a Caltagirone, San Cataldo, Lentini, Vittoria e Favara. Il PD Sicilia, guidato dal Segretario Anthony Barbagallo, sta lavorando alacremente, giorno dopo giorno, per ricostruire un’offerta politica credibile in tutte le realtà politico amministrative dell’Isola. In ciò sostenuto non solo da un Gruppo parlamentare all’ARS motivato e coeso, ma anche da un Partito che a livello regionale è stato profondamente rinnovato e che vanta risorse umane, intelligenze e competenze davvero straordinarie in ogni comparto ed in ogni territorio.”
A parlare è l’avvocato Nicola Marchese, ex consigliere comunale di Sant’Agata di Militello e attuale responsabile del Dipartimento infrastrutture del Partito Democratico Siciliano, intervenendo sulla situazione politica santagatese.
“Questo rinnovato impegno politico troverà ulteriore slancio in occasione delle prossime elezioni regionali – come auspicato dal segretario nazionale Enrico Letta – e delle importanti competizioni di Palermo e Catania. In questo quadro complessivo, Sant’Agata non può certamente rappresentare un’eccezione. Serve, dopo tanti anni, una proposta politica chiara per la Città, di cui quella alleanza può farsi portatrice, che la possa condurre fuori da un ventennio difficile e travagliato e che sia capace di interpretare le reali necessità di cambiamento e di rilancio della nostra comunità. Le vicende degli ultimi anni e degli ultimi mesi, perfino quelle delle ultime ore, rendono ormai evidente a tutti e non più procrastinabile, la necessità di un cambio di paradigma dell’impegno e dell’indirizzo politico anche a livello locale. La Città va interamente ripensata se vuole “sopravvivere”socialmente ed economicamente nei prossimi due decenni.” Continua Marchese. “Va ripensato l’uso del territorio, meglio curato l’esistente per scongiurare le disastrose conseguenze del cambiamento climatico, pianificati in modo razionale gli interventi.
La politica deve assumere iniziative che mirino ad un cambiamento culturale diffuso: dalla salvaguardia del territorio all’uso del suolo, fino alla mobilità ed ai rifiuti. Vanno usate tutte le tecniche note che siano utili a mitigare la pericolosità e il rischio che incombe sui nostri territori, ma attraverso un percorso che punti alla crescita della consapevolezza diffusa di cosa va fatto e di cosa non ci possiamo più permettere. La vivibilità deve rappresentare una vera e propria priorità; il centro cittadino è oramai sopraffatto da un traffico veicolare insostenibile, quasi triplicato negli ultimi trent’anni, che non può più essere accolto da un impianto urbanistico di provincia, pensato nell’Ottocento, quando ci si spostava a piedi o “a dorso di mulo”. Vanno incentivate le pratiche virtuose in tema di mobilità interna e di rifiuti, facendo ricorso a meccanismi premianti (ce ne sono ottimi esempi altrove, anche in Sicilia, anche nelle realtà medio piccole). Questa Città deve decidere cosa fa parte del proprio passato e, in quanto tale, merita di essere tutelato e quale deve essere il proprio futuro. Deve decidere come valorizzare le proprie eccellenze e la propria bellezza. Va recuperato il patrimonio storico – culturale, materiale e immateriale, della Città, per farlo rivivere e restituirlo alle nuove generazioni. Sant’Agata deve ritrovare la sua identità e le sue vocazioni che ne hanno fatto la “capitale dei Nebrodi”. Va completamente ripensato il rapporto di Sant’Agata col proprio territorio costiero e precollinare, valorizzate le straordinarie potenzialità storico – artistico – architettoniche in termini pragmatici, secondo standard europei. Sant’Agata ha bisogno di ritrovare il proprio senso di comunità, attraverso il substrato fisico e materiale di questo legame sociale, che oggi appare purtroppo dissolto. Le piazze, le ville e tutti gli altri spazi pubblici devono essere ripensati e tornare ad essere luoghi di incontro e socializzazione. I servizi vanno messi al primo posto dell’agenda politico amministrativa, che deve sfruttare le occasioni offerte dalle nuove tecnologie, volte a migliorarne l’accessibilità e la fruizione quotidiana di cittadini e imprese. Vanno stimolate le sinergie con gli altri enti pubblici, rivitalizzato il rapporto contutte le associazioni, che vanno incoraggiate a riprendere vitalità e partecipazione reale nel tessuto sociale; ma anche coi privati (siano o meno operatori economici) in termini di partnership virtuose. Vanno rivisitate tutte quelle rassegne periodiche di ogni genere, che si trascinano a volte per pura inerzia o che al contrario non sono state più coltivate fino ad essere abbandonate e dimenticate, nonostante fossero di grandissimo valore. Vanno costruite nuove ipotesi di lavoro sul piano culturale, che rimettano al centro del territorio la Città che, per natura, vocazione e impegno delle generazioni precedenti, ne ha rappresentato il fulcro della cultura, dell’economia e dello sviluppo.
Tutto questo non può prescindere, a Sant’Agata, come accaduto altrove, da una iniziativa politica chiara e scevra da macchinose operazioni elettoralistiche o di consolidamento delle solite rendite di posizione individuali. Disponiamo, se lo vogliamo per davvero, delle risorse umane e sociali migliori, perché possa fiorire una “nuova primavera”. Dipende da tutti, non solo da chi è impegnato in politica da tempo, propiziare un cambiamento radicale che la Città non può più attendere invano.”