Il punto nascita di Sant’Agata di Militello e la deroga alla sua chiusura tornano al centro del dibattito dopo la vicenda della mamma amatratina che ha partorito prematuramente sulla A/20, non facendo in tempo ad arrivare in ospedale. Il piccolo, prematuro, purtroppo è morto durate il trasporto in ospedale in ambulanza, nonostante il disperato tentativo di rianimarlo del personale sanitario. Già lo scorso anno una donna di Militello Rosmarino aveva partorito ai caselli autostradali di Patti, non facendo in tempo ad arrivare in ospedale. In quel caso fortunatamente tutto andò per il meglio.
Fioccano considerazioni da ogni parte e da tempo, adesso, ma la “pratica del punto nascita” rimbalza tra Roma, Palermo e Asp Messina ormai da anni, senza nessun concreto risultato. “Sulla questione del Punto Nascita di Sant’Agata Musumeci deve fare chiarezza.” dichiara Nicola Marchese, avvocato santagatese e responsabile regionale infrastrutture del PD.
“La deroga con volumi di attività inferiori ai 500 parti annui e in condizioni orogeografiche difficili (previsto dal DM 11/11/2015) è dettagliatamente regolata da una Circolare del Comitato Percorso Nascita nazionale presso il Ministero della Salute e prevede un preciso “Protocollo Metodologico per la valutazione”. spiega “La prima fase di questo percorso è quella della “Formulazione della richiesta di deroga da parte della Regione” che deve contenere l’analisi e l’indicazione degli standard operativi, tecnologici e di sicurezza del PN in deroga; nonché la descrizione della Rete dei Punti Nascita (inclusi STAM e STEN), la descrizione del bacino d’utenza attuale e potenziale, la definizione della figura del responsabile e l’analisi dei costi del PN in deroga. A questa prima fase, segue quella di “Valutazione della richiesta di deroga da parte del CPNn” (Comitato Percorso Nascita nazionale) che ha funzioni meramente consultive, restando la formale competenza per la deroga all’Autorità regionale.”
“Ora, posto che la attuale sospensione del PN di Sant’Agata è stata decisa dalle autorità regionali (Asp, Assessorato e CPN) e non determinata dalla mancanza di deroga, la domanda è: l’Assessorato alla Salute della Regione Siciliana ha mai richiesto formalmente la deroga per il PN di Sant’Agata per volumi di attività inferiori ai 500 parti annui e in condizioni orogeografiche difficili, secondo quanto previsto dalla Circolare nazionale del CPNn? La domanda è legittima, ed è contenuta anche in una interrogazione all’ARS del gruppo M5S primo firmatario l’onorevole Antonio De Luca (qui la notizia) a cui il Governo Regionale non pare abbia ancora reso risposta alcuna. I Cittadini dei Nebrodi hanno diritto a conoscere l’operato di chi li governa e ne decide la vita e la salute.” conclude.
L’onorevole De Luca, da noi contattato, conferma di non avere ancora ricevuto riscontro all’interrogazione a risposta orale. “Chi ha governato sinora la Sicilia non ha inteso muovere un dito per riaprire il punto nascita.” dichiara. “Secondo quanto abbiamo riscontrato, già dal 2016 non c’era una formale richiesta di parere in deroga. Questo risulta dagli accessi agli atti, effettuati da me presso l’assessorato alla salute della Regione Siciliana e poi insieme ai colleghi Francesco D’Uva ed Antonella Papiro al Ministero della Salute a Roma” afferma.
“La Regione Siciliana se volesse, – nell’espressione della propria autonomia amministrativo/gestionale conferita dal titolo V della Costituzione – come già ribadito dal Dirigente Generale del Ministero della Salute, Andrea Urbani potrebbe riaprire il punto nascita, anche indipendentemente dal parere del CPNN assumendosi la responsabilità della riapertura e garantendo la presenza dei requisiti di sicurezza previsti dall’accordo del 16.12.2010, maa soprattutto di efficienza, efficacia, economicità dell’assistenza, nonchè qualità e sicurezza per la madre e il neonato “