venerdì, Novembre 22, 2024

Vulcano, la Regione chiede a Roma “lo stato di emergenza di rilievo nazionale”

Vulcano

“L’imprevedibilità dell’evoluzione dei fenomeni vulcanici in corso, in particolare l’attività di degassazione, impone notevoli impegni di risorse umane, strumentali ed economiche, sia per i contributi ai cittadini evacuati sia per il monitoraggio dei gas, che possono essere sostenuti solo a livello nazionale”. È questa la motivazione che ha portato la Regione Siciliana a richiedere al governo centrale lo “stato di emergenza di rilievo nazionale” per l’isola di Vulcano per un periodo di sei mesi.

Ammonta a circa 5 milioni di euro, infatti, la stima dei costi necessari a rendere efficienti le misure di sicurezza sull’isola. Stima che comprende la sistemazione degli isolani evacuati, una capillare rete di monitoraggio, il potenziamento della guardia medica, un presidio dei Vigili del fuoco ed il miglioramento delle elisuperfici, delle vie di fuga e degli approdi.

Il governo regionale aveva già dichiarato lo stato di crisi regionale lo scorso 19 novembre, ma la situazione continua ad essere instabile e la richiesta di innalzare il livello dell’emergenza, affidando il coordinamento delle attività alla Protezione civile nazionale, si è resa necessaria per attivare ogni ulteriore iniziativa utile a garantire la risposta operativa sul territorio, la mitigazione dei rischi e l’assistenza alla popolazione colpita.

Intanto sull’isola eoliana attualmente il livello di allerta è di colore “giallo” e ai residenti è vietato dormire nelle case che ricadono nell’area del porto ed in quelle adiacenti, così come disposto dall’ordinanza del sindaco di Lipari, Marco Giorgianni. È previsto anche il divieto di accesso all’isola ai non residenti ed è raccomandato l’utilizzo di misure di autoprotezione a causa dei livelli di gas presenti.
Già da due settimane sull’isola è al lavoro il Gruppo tecnico per il monitoraggio dei gas vulcanici, composto da Protezione civile, INGV, Vigili del fuoco, Arpa Sicilia, Asp di Messina, Dipartimento per le Attività sanitarie, Osservatorio epidemiologico, Ispra, Inail e Istituto superiore di sanità.

Facebook
Twitter
WhatsApp