Nel corso della notte tra lunedì e martedì personale delle volanti dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico veniva inviato presso un’abitazione ubicata in zona Nesima a seguito della richiesta di aiuto pervenuta sulla linea di emergenza da parte di una donna che riferiva di essere stata aggredita e minacciata dal compagno, interrompendo poi bruscamente la chiamata.
I poliziotti, giunti sul posto tempestivamente, bloccavano un uomo che stava uscendo dall’abitazione e che tentava di negare la presenza in casa della compagna, asserendo che la stessa abitava ormai da tempo in un altro luogo. A quel punto sopraggiungeva la richiedente, in stato di visibile agitazione ed affanno, la quale smentiva l’uomo, riferendo di vivere con lui e le di lei figlie minori. In merito a quanto accaduto nel corso della nottata la signora raccontava di aver avuto in presenza delle bambine una violenta lite con il compagno, il quale la strattonava e le sferrava violenti colpi; altresì, aggiungeva che l’uomo l’aveva minacciata con un’arma, come già accaduto altre volte nel corso della loro convivenza.
Si appurava, inoltre, che la vittima aveva già formalizzato una precedente denuncia per maltrattamenti nei confronti dell’uomo nell’aprile 2021 e a seguito di ciò l’Autorità Giudiziaria aveva applicato la misura cautelare del divieto di avvicinamento all’abitazione e ai luoghi frequentati dalla donna con divieto assoluto di comunicare con la medesima.
Pertanto, gli operatori procedevano a perquisizione locale a seguito della quale rinvenivano e sequestravano in un’area di pertinenza dell’abitazione un’arma da fuoco clandestina con canna modificata e caricatore contenente sette cartucce, occultata sotto un armadietto.
Nel corso della perquisizione si procedeva anche a controllare un locale adibito a stalla al cui interno si trovava un puledro. Per tale ragione in loco veniva fatto intervenire personale della Squadra a Cavallo dell’U.P.G.S.P., che appurava che il cavallo era privo di microchip e di documentazione sanitaria e di provenienza; altresì, rinveniva e sequestrava alcune confezioni di un farmaco anabolizzante usato per dopare il quadrupede.
Terminati tutti gli accertamenti in loco, l’uomo, classe 1961 avente precedenti penali e di polizia, veniva condotto in Questura, mentre la vittima veniva accompagnata tramite ambulanza presso il pronto soccorso di un nosocomio cittadino per le cure del caso.
La stessa, successivamente, procedeva a formalizzare un’ulteriore denuncia contro il compagno, riferendo che dopo la scarcerazione, nonostante il divieto di avvicinamento, il reo aveva violato più volte la misura cautelare recandosi presso la nuova abitazione di lei e delle figlie, tentando di avere contatti con la stessa anche tramite l’intercessione dei parenti. Dopo varie insistenze la stessa aveva ceduto alla richiesta del compagno ed aveva riallacciato il rapporto di convivenza, ma da subito l’uomo aveva ricominciato a vessarla, proibendole di uscire di casa, di avere contatti con persone estranee al nucleo familiare.
Alla luce di quanto appurato il reo veniva tratto in arresto per i reati di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali, minacce e detenzione di arma da fuoco clandestina, nonché denunciato per il reato di maltrattamenti di animali. Su disposizione del PM di turno veniva tradotto in carcere in attesa dell’udienza di convalida innanzi al GIP.
La stessa, successivamente, procedeva a formalizzare un’ulteriore denuncia contro il compagno, riferendo che dopo la scarcerazione, nonostante il divieto di avvicinamento, il reo aveva violato più volte la misura cautelare recandosi presso la nuova abitazione di lei e delle figlie, tentando di avere contatti con la stessa anche tramite l’intercessione dei parenti. Dopo varie insistenze la stessa aveva ceduto alla richiesta del compagno ed aveva riallacciato il rapporto di convivenza, ma da subito l’uomo aveva ricominciato a vessarla, proibendole di uscire di casa, di avere contatti con persone estranee al nucleo familiare.
Alla luce di quanto appurato il reo veniva tratto in arresto per i reati di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali, minacce e detenzione di arma da fuoco clandestina, nonché denunciato per il reato di maltrattamenti di animali. Su disposizione del PM di turno veniva tradotto in carcere in attesa dell’udienza di convalida innanzi al GIP.