Chi è Fabio Schifino?
– Indagare su di noi stessi non è facile. Chi fa un lavoro come il mio non si interroga mai su se stesso, ma cerca di elaborare e trasmettere sempre nuove emozioni. Nella mia fase registica io sono un costruttore di mondi, in questi mondi albergano i nostri fantasmi, le nostre emozioni, tutto ciò che è il nostro bagaglio sperimentale dell’essere umano .
Quali sono i tuoi ricordi dei tuoi primi 10 anni e quali sono stati i tuoi giochi?
– Ho ricordi belli, ma anche brutti della mia adolescenza. La scuola, le prime sperimentazioni, il primo amore a volte non corrisposto.
L’ essere bambini è importante perché ci aiuta a costruire il carattere di quando saremo grandi.
I miei giochi preferiti erano i soldatini e mi ricordo che usavo i fustini dei detersivi per conservare i giocattoli .
Cosa faresti per un mondo migliore?
– Seguirei le mie attitudini, come dovrebbero fare un po’ tutti.
Per rendere un mondo migliore racconterei attraverso le immagini le storie, quindi farei fermare tutti dentro una sala cinematografica, perché il cinema diventa un po un catalizzatore sociale, il cinema serve ad agglomerare le persone che pur non conoscendosi piangono, ridono, quindi condividono le stesse emozioni.
Quali sono i tuoi hobby e le tue grandi passioni?
– Mi piace viaggiare, sopratutto con mia moglie, fotografare animali strani nel mondo, infatti mi è capitato di fotografare il Tarsio, in Indonesia, una scimmietta microscopica con molte caratteristiche umane.
Amo andare in bici e fare sport.
La mia più grande passione è la fotografia, già da piccolo prendevo la macchina fotografica di mio zio e anche se non sapevo usarla mi entusiasmava tenerla in mano.
Che cos’è per te l’amicizia e la famiglia?
– La famiglia è un organismo interno a te stesso, un elemento unico.
L’amicizia è quel filo conduttore che ti fa uscire dalla noia e dai momenti difficili. L’amicizia è un individuo che ha un volto, dove tu ti interfacci e vivi; quindi amicizia e famiglia sono i punti cardine di una società civile.
Che rapporto hai con gli animali?
– In casa ho due gatti.
Secondo me hanno un linguaggio loro, sono autentici, se ti vogliono bene lo manifestano, dovremmo imparare da loro.
C’è qualcosa che hai fatto che ricordi spesso?
– Mi trovavo in Patagonia a fotografare i puma, insieme ad un amico, dopo un po’ che camminavamo me abbiamo avvistato uno che appena ci ha visto ha cominciato a correre verso di noi e in quel momento mi è passato di tutto nella mente, ma per fortuna era solo un cucciolo, ma noi intanto ci siamo spaventati
Se non avessi fatto il fotografo cosa avresti fatto?
– Mi sarebbe piaciuto disegnare, fumetti, storyboard, grafica pubblicitaria, dare una risposta anche innovativa a ciò che può essere un prodotto da rappresentare.
Questo mi sarebbe interessato, era un percorso diverso, visto che sono molto istintivo e secondo me l’arte arriva dal profondo e per questo motivo avrei fatto del tecnicismo.
Qual’é il tuo motto?
– Vivere e lascia vivere
Aggiungi qualcosa che non hai detto in questa intervista?
– Spero che tutto ritorni presto alla normalità, che ci si possa rincontrare nelle sale cinematografiche, nei teatri, per socializzare e condividere certe emozioni, anche perchè l’essere umano ha bisogno anche di questo.