venerdì, Novembre 22, 2024

Martina, la mamma che ha ucciso la sua Elena. L’abbraccio all’asilo, i rancori e l’affetto morboso

martina elena

All’uscita dall’asilo di Tremestieri Etneo la piccola Elena Del Pozzo corre incontro alla madre per abbracciarla. È l’ultimo video – ripreso da una telecamera di videosorveglianza ed acquisito dai Carabinieri – in cui la bambina è viva. Saluta le maestre con la manina, sorride e va via felice con la mamma verso Mascalucia, dove le due vivevano.
Martina Patti, 23 anni, che viene descritta dai genitori dei compagnetti di scuola come una mamma affettuosa e pronta a collaborare con loro e con le maestre, stringe a sé la bambina e la solleva da terra: il gesto più naturale nei confronti della figlia per una madre, che avrebbe dovuto proteggere Elena da tutto e tutti.

Martina Patti aveva solo 17 anni quando rimase incinta di Elena. I genitori avrebbero voluto che abortisse, ma la giovane fece di tutto per portare a termine la gravidanza. Una donna decisa e determinata, tanto nel dare la vita quanto nel toglierla alla sua creatura. Determinata anche nello studio: una laurea in scienze motorie ed una seconda quasi raggiunta in scienze infermieristiche.

“Una donna fredda”, la definiscono gli inquirenti, che raccontano che la donna non ha mai mostrato segni di pentimento o commozione, ma solo tanto distacco. “Calcolatrice al punto da rendere convincente e sostenere per una notte intera, in modo sempre lucido, la messa in scena del rapimento della bambina da parte di tre uomini incappucciati”, spiegano.

Zia e nonna paterne della piccola ripetono più volte la parola vendetta: “Martina voleva incastrare il padre di Elena, ora che stava provando a rifarsi una vita”.

Ai Carabinieri ed al pubblico ministero la donna ha raccontato di avere le idee confuse in merito a quanto successo tra le 14:30 e le 15:30 di lunedì 13 giugno. L’ultimo fatto narrato con chiarezza è di aver sceso le scale di casa insieme ad Elena intorno alle 14:30 per andare dalla madre, dove però le due non sono mai arrivate.
Le coltellate – sette in totale, in testa e nella parte alta della schiena – la donna ha detto di averle inferte alla figlia nel campo, a 600 metri dall’abitazione in cui vivevano. Su questo, però, gli inquirenti ancora indagano, cercando tracce di sangue dentro la casa che è stata posta sotto sequestro.

La donna dice di non ricordare la reazione della figlia: “forse era ferma”, ha detto. Poi, con pala e zappa, Martina Patti ha scavato una fossa. Il corpicino di Elena Del Pozzo era dentro cinque sacchi di plastica, seminterrato. Lì dentro.

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