lunedì, Novembre 25, 2024

Associazione che offriva giri turistici a Caltagirone evadeva le tasse dal 2016: affari per 286mila euro

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La Guardia di Finanza di Catania, nell’ambito delle attività volte al contrasto dell’evasione ed elusione fiscale, hanno verificato la posizione di un’associazione culturale e di promozione turistica, risultata essere evasore totale negli anni d’imposta dal 2016 al 2021.

L’attività trae origine da un’analisi info-investigativa condotta dai militari della Compagnia di Caltagirone riguardante il settore del turismo e della promozione culturale delle città d’arte.

In particolare, tra le tante attività commerciali esaminate, è stata individuata la posizione fiscale di un’associazione culturale operante nel settore turistico a mezzo di moto-calessini utilizzati per giri turistici del centro storico della città calatina.

Lo stratagemma utilizzato dall’associazione sarebbe stato quello di incassare i pagamenti relativi ai tours effettuati dagli avventori facendoli figurare quali quote associative degli ignari turisti, spesso anche di origine straniera, omettendo quindi le relative rendicontazioni e comunicazioni ai fini fiscali.

Le Fiamme Gialle Calatine, basandosi anche sui documenti rinvenuti in fase di accesso presso la sede dell’associazione, hanno ricostruito il volume d’affari dell’associazione che, in considerazione anche delle limitazioni e restrizioni imposte nel periodo segnato dalla pandemia da agente patogeno COVID-19, è risultato essere di circa € 286.000,00 per un periodo dal 2016 al 2021 e un’I.V.A. dovuta pari ad € 62.000,00.

Durante le fasi di accertamento è stata altresì riscontrata la presenza di un lavoratore subordinato in “nero” poiché l’associazione non ha adempiuto agli obblighi comunicativi previsti per l’assunzione di lavoratori dipendenti.

In particolare, il lavoratore subordinato appariva invece formalmente quale volontario dell’associazione.

Per tale ultima fattispecie i Finanzieri della Compagnia di Caltagirone hanno proceduto alla segnalazione del legale rappresentante dell’associazione culturale ai competenti uffici dell’I.N.P.S., contestando nel contempo la prevista maxi-sanzione amministrativa ammontante ad € 1.800,00 nel caso di mancata regolarizzazione della posizione lavorativa.

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