Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella accetta, suo malgrado, le dimissioni di Mario Draghi e scioglie le Camere sancendo così la fine anticipata della legislatura. L’Italia andrà, dunque, al voto il prossimo 25 settembre. Una scelta “inevitabile”, dopo il voto del Senato e, soprattutto, le modalità con cui è stato espresso, rendendo chiaro che non c’era spazio per altre maggioranze.
Lo scossone che fa traballare Roma si riflette inevitabilmente sugli equilibri, già precari, della politica siciliana. La rottura tra vertici di PD e 5S arriva come un’onda di tsunami sulla Sicilia, dove domani si vota per le primarie indette dalla coalizione di centro sinistra per scegliere il candidato a presidente della Regione tra Caterina Chinnici (PD), Claudio Fava (Centopassi) e Barbara Floridia (M5S). L’accordo regge e le primarie si faranno, a quanto dichiarano PD, 5S e lo stesso Fava, ma inevitabilmente il divorzio romano instilla dubbi sulla possibilità di tenuta dei reciproci impegni assunti.
Se il centro sinistra si muove verso le primarie con i nervi tesi, non va meglio nel centro-destra dove il nodo da sciogliere è la ricandidatura dell’uscente Musumeci a governatore dell’Isola. Il leader di “Diventerà Bellissima”, osteggiato da Miccichè, qualche settimana fa aveva detto che avrebbe fatto un passo indietro se la sua candidatura fosse risultata “divisiva”, ma sul punto non era stata presa nessuna decisione definitiva. Adesso si profila la possibilità che il 25 settembre si trasformi in “election day”, accorpando le elezioni regionali alle politiche. Una ipotesi realizzabile solo con le dimissioni anticipate del governatore Musumeci, su cui il governo regionale starebbe ragionando. Senza dimissioni di Musumeci la Sicilia ha a disposizione 6 finestre per convocare le regionali, tutte successive alla data del 25 settembre.
Musumeci adesso è chiamato ad una scelta strategica di non poco conto, giocando tutto sul fattore tempo e sulla possibilità di posticipare le presidenziali, con un quadro più chiaro delle nuove geografie politiche nazionali. Evenienza che non sfugge al leader siciliano di FI Miccichè, che chiede un vertice immediato per definire subito il candidato presidente. Sul punto frena FdI con la Meloni che invita alla cautela.
La Sicilia si prepara, insomma, ad un’estate rovente, e non sotto il profilo meteo.