Verdetto d’appello del processo “Dinastia”, che, in primo grado, nel corso del rito abbreviato, aveva fatto registrare 42 condanne per oltre 450 anni di reclusione, prescrizioni, assoluzioni e risarcimenti alle parti civili; alla sbarra erano stati 49 imputati in un procedimento su quella che è stata definita la riorganizzazione della criminalità barcellonese sul traffico di droga tra Barcellona, Milazzo, Terme Vigliatore e le isole Eolie.
In secondo grado gli imputati sono stati 42; per buona parte di loro, ci sono stati sconti di pena, alcune conferme, poi assoluzioni, prescrizioni, revoche e applicazione di interdizioni e altri risarcimenti alle parti civili, “Addio Pizzo” e l’associazione nazionale antimafia “Alfredo Agosta”; in totale i giudici hanno disposto oltre 200 anni di carcere, ma anche riqualificazioni dei reati, rideterminazioni di pena, assoluzioni parziali, scarcerazioni e prescrizioni.
I giudici hanno condannato tra gli altri Francesco Anania a 9 anni e 4 mesi, Daniele Bertolami 10 anni, Salvatore Bucolo 9 anni e 4 mesi, Pietro Caliri 10 anni e 6 mesi, Carmelo Cannistrà e Salvatore Felice Chillari 10 anni, Vito Vincenzo Gallo 8 anni e 8 mesi, Giovanni Fiore 13 anni, Salvatore Laudani 9 anni, Carmelo Mazzù 12 anni e 4 mesi, Gjergj Preci 8 anni e 6 mesi, Giuseppe Puliafito 8 anni, un mese e dieci giorni, Sebastiano Puliafito 15 anni e 4 mesi, Antonino Recupero 10 anni, Giuseppe Scalia 12 anni e 2 mesi e Andrea Villini 8 anni e 4 mesi.
Sono stati impegnati nella difesa gli avvocati Filippo Barbera, Gaetano Pino, Diego Lanza, Tino Celi, Pinuccio Calabrò, Sebastiano Campanella, Tommaso Autru Riolo, Alessandro Trovato, Salvatore Silvestro, Antonio Spiccia, Tommaso Calderone, Giuseppe Lo Presti, Rita Pandolfino, Guido Contestabile, Salvatore Leotta, Franco Bertolone e Armando Veneto.