Il sindaco di Tusa Luigi Miceli ha deciso di candidarsi alle prossime elezioni regionali del 25 settembre. Lo farà con Fratelli d’Italia, inserito nel collegio di Messina.
Questa la sua intervista realizzata per il sito Imgpress.it.
Luigi Miceli perché candidarsi per le Regionali in Sicilia con Fratelli d’Italia?
Fratelli d’Italia rappresenta, da sempre, la mia comunità politica di riferimento, è un partito identitario e coerente e la coerenza, in politica e nella vita, è sinonimo di credibilità e serietà.
I cittadini hanno diritto a conoscere lo stato di salute del nostro sistema pubblico: lei che amministra il Comune di Tusa (ME) si sarà fatto una idea sull’ammalato Sicilia?
Tusa è un comune sano, che riesce a erogare bene i servizi essenziali e non ha mai istituito neppure l’addizionale comunale. La Sicilia deve continuare a lavorare per la pianificazione e la tutela del territorio, crescere sotto il profilo dei servizi e delle infrastrutture, aumentare la capacità amministrativa dei comuni e agevolare gli investimenti e le attività private.
Il centrosinistra sostiene che se vince il centrodestra la democrazia è in pericolo. Solo slogan o c’è del vero?
La democrazia è un valore assoluto, mai messo in discussione dalla Destra italiana, che continuerà a battersi per rafforzare il rapporto tra elettori ed eletti, tra territorio e classe dirigente.
Da elettore quando ascolta nei dibattiti televisivi quel capi partito che asseriscono che hanno scelto la politica come forma di vita al servizio del Paese, che pensa: sono degli eroi? dei commedianti? dei furbastri arrampicatori sociali? o semplicemente cambia canale?
La politica è la forma più elevata di impegno civile e deve, non solo essere, ma anche apparire autorevole e credibile e, soprattutto, recuperare il proprio primato.
Non crede nella necessità di educare alla cittadinanza responsabile una società segnata da una forte tendenza individualistica che svaluta la dimensione sociale?
Premesso che classe dirigente è sempre l’espressione e la proiezione della società, oggi va necessariamente rafforzato il senso dello Stato ed implementato il sentimento di appartenenza, valorizzando l’identità come collante della nostra comunità.
Sul reddito di cittadinanza che idea si è fatto?
Sono contrario, la solidarietà sociale e la tutela dei deboli sono cose serie, questa misura è stata applicata in modo sommario, approssimativo e anche iniquo.
C’è qualcosa che indigna e inquieta la gente: la furbizia ovvero il modo di aggirare le leggi. Il nostro futuro è sempre più in mano a faccendieri, affaristi di varia risma, dirigenti pubblici diversamente preparati, uomini politici che fanno il bello e il cattivo tempo e tutto ciò spaventa chi vive con onestà del proprio lavoro, paga le tasse fino all’ultimo centesimo, fatica ogni giorno tra bollette, figli, traffico, rifiuti. Siamo sul serio senza speranza?
Non sono così catastrofico, altrimenti non avrei fatto il Sindaco. La Sicilia è talmente bella che basterebbe, anche con l’esempio, convincere tutti a fare il proprio dovere per realizzare una crescita complessiva della nostra isola.
La Cei ha più volte ammonito la classe dirigente sul modo di amministrare anche in materia fiscale: costruite una società solidale, attenta ai deboli. Nel suo programma elettorale questi valori trovano spazio?
Su questo il Comune di Tusa è un esempio concreto, i servi sociali sono eccellenti e il progetto SAI, inteso come accoglienza e integrazione, rappresenta un vero fiore all’occhiello. La destra sociale è una realtà politica e culturale sempre presente sui territori e attenta alle esigenze dei più deboli.
Lei che vive dal di dentro la politica non è preoccupato per la possibile crescita dell’astensione al voto?
La disaffezione alla politica e alla partecipazione è sempre preoccupante, in quanto sintomo di scollamento del patto sociale e nell’ultimo decennio la politica non ha dato certamente il buon esempio, con i continui cambi di casacca e le innaturali formule di governo. Il Presidenzialismo porrebbe rimedio anche rispetto a questa criticità.
Secondo lei è necessario sostituire alle ormai obsolete politiche della famiglia nuove ed efficaci politiche per la famiglia?
Ritengo prioritaria una politica per la famiglia, che incentivi la natalità e rafforzi il rapporto con la propria terra. Denatalità e spopolamento rappresentano due enormi problemi della nostra isola.
Bei tempi quando c’era modo di ragionare senza che intervenissero le notti brave, i processi, le Padanie federaliste, le migrazioni da un partito all’altro. Dove la politica con la P maiuscola ha perso di vista la realtà?
A volte il dibattito politico rappresentato dai mass media risulta lontano anni luce dalle esigenze dei territori e dai problemi concreti dei cittadini. Proprio per questo l’esperienza degli amministratori locali rappresenta certamente un valore aggiunto nell’ambito dei processi di elaborazione normativa che regolano la vita quotidiana.