Si è svolta ieri la seduta straordinaria di Consiglio comunale di Milazzo dedicata ai problemi dell’Ospedale cittadino ed in particolare del pronto soccorso, al centro di proteste per l’eccessivo carico di prestazioni che non garantisce il rispetto dei tempi per gli utenti, “costretti – secondo quanto si legge in una nota pubblicata sul sito del comune – anche a rimanere per intere giornate prima di ricevere l’assistenza dovuta.”
Presente il Commissario straordinario dell’Azienda sanitaria provinciale di Messina, Bernardo Alagna, su richiesta del presidente Alessandro Oliva, in risposta alle reiterate segnalazioni fatte in aula da diversi consiglieri. Il Commissario straordinario Asp, Alagna, per il pronto soccorso ha annunciato, nel corso del civico consesso, che si concretizzerà un progetto di 1.400.000 euro, a cui si aggiungono 150.000 euro messi a disposizione dall’Asp. Si è, infatti, svolta la gara, i lavori sono già aggiudicati e avranno inizio nel prossimo mese di novembre. La struttura sarà necessariamente chiusa per 6 mesi e il personale farà servizio a Barcellona. A lavori ultimati ci sarà un pronto soccorso più grande, accogliente e funzionale, con la classificazione dei pazienti. Resteranno attivi nel nosocomio mamertino il pronto soccorso ostetrico, pediatrico e ortopedico.
Il Commissario ha poi evidenziato come al suo arrivo abbia trovato un pronto soccorso “in condizioni vergognose, che meritava di essere chiuso subito”. Ha confermato la carenza di personale, “almeno 7 medici in meno” e poi il vero nodo legato alle prestazioni. Accade infatti che il 65 per cento delle prestazioni registrate potrebbe essere attenzionato e risolto dai medici di medicina generale evitando al paziente di recarsi, con tutti i disagi annessi, al “Fogliani”. Ha anche ammesso che dal suo punto di vista “l’Asp oggi non può sostenere gli impegni richiesti dal carico di 7 ospedali, che sono di gestione soprattutto”, auspicando che la politica faccia delle scelte immaginando “una riorganizzazione delle strutture ospedaliere di Milazzo e Barcellona, anche in considerazione che sono quasi confinanti, e non giustificano il modo in cui sono strutturati i reparti”.