Erano avvolte in fogli di carta e vecchi indumenti e depositate nel portabagagli di un’auto parcheggiata in un’area di servizio lungo la statale 121 “catanese” nel territorio di Belpasso. Sono due pregevoli teste in terracotta di origine ellenica, raffiguranti il volto di un uomo e di una donna, che, secondo le fiamme gialle potrebbero essere frutto di scavi archeologici clandestini. Sono stati i militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Catania a ritrovarle, dopo aver fermato un’auto con a bordo due siracusani.
Nell’immediatezza, i due hanno tentato di giustificarsi affermando che si trattava di prodotti artigianali realizzati da loro, ma non sono riusciti a fornire i dettagli sui materiali e sulle procedure utilizzate per la loro realizzazione. Da qui i militari, nominato ausiliario di pg un esperto archeologo della locale soprintendenza dei beni culturali, in via preliminare, ha dichiarato che le teste fittili potessero essere originali e risalire al V sec. a.C., il cosiddetto periodo “Severo” dell’arte greca. A questo punto è scattata la denuncia per illecito possesso di beni di valore storico-archeologico e per ricettazione; i reperti sono stati sequestrati e ora si procederà ad effettuare gli esami tecnico-scientifici per capire l’esatta datazione delle opere.
Il prezioso e specialistico intervento della Soprintendenza e dell’Università di Catania ha poi permesso di confermare l’originalità delle opere fittili, pezzi unici del 450-480 a.C. Potrebbero essere parti superstiti di due tegole a sezione triangolare chiuse da maschere antropomorfe di dimensioni naturali, raffiguranti i giovani volti di un uomo e di una donna, manufatti, in eccellente stato di conservazione e restaurati con perizia; costituivano la decorazione delle falde di copertura di un piccolo tempio o un edificio funerario, stilisticamente confrontabili con le sculture frontonali del Tempio di Zeus a Olimpia, massima espressione dello stile Severo dell’arte greca. L’autenticità dei due reperti è stata inoltre confermata dalla metodologia messa a punto da docenti e ricercatori etnei del dipartimento di fisica e astronomia “Ettore Majorana”, specialisti nel campo dei test di autenticità con termoluminescenza e del dipartimento di ingegneria elettrica, elettronica e informatica.