sabato, Novembre 23, 2024

Il 28 dicembre 1908 il terremoto di Messina, la più grande catastrofe mai registrata in Europa

Terremoto di Messina
Terremoto di Messina

Un boato, poi un tremore fortissimo. Il 28 Dicembre 1908 alle 05.20 del mattino, uno dei più violenti terremoti mai registrati si verificò nel sud Italia.

La falda dello stretto si muove in modo ondulatorio e sussultorio per 37 lunghi, eterni, secondi. Un terremoto di magnitudo 7.1 distrugge le città di Reggio Calabria e Messina. I due centri si sgretolano: in migliaia muoiono subito sotto le macerie.

L’intensità raggiunta dal terremoto fu valutata intorno al XI° grado della Scala Mercalli. La scossa fu seguita circa dieci minuti dopo da una devastante onda di maremoto, alta più di 10 metri, che produsse ulteriori danni e vittime. E’ la più grande catastrofe mai registrata in Europa.

Mai più in tutto il continente europeo si è abbattuto un evento naturale di tale portata, generando così tante morti. Impressionante, infatti, fu il bilancio delle vittime: 86.000 circa, anche se alcune fonti riportano fino a 120.000 morti.

Da aggiungere anche i feriti e gli innumerevoli danni materiali, che per molto tempo sono rimasti delle ferite aperte per la città di Messina. Il 90% della perla dello stretto fu rasa al suolo: case, chiese, caserme, ospedali, strade, ferrovie.

Messina era il capoluogo economico e geografico dello Stretto: il porto era d’importanza strategica e commerciale lungo le rotte che collegavano i bacini del Tirreno e del Mediterraneo centrale con il canale di Suez.

Per la prima volta, l’eco del disastro mobilitò una macchina dei soccorsi proveniente non solo dall’Europa ma da tutto il mondo, con numerosi Stati che inviarono aiuti per contribuire all’opera di ricostruzione.

Nelle ore immediatamente successive al sisma, l’amministrazione cittadina e il governo nazionale dovettero far fronte a una calamità mai vista prima.

Oltre ai numerosi morti, le autorità furono costrette a prestare ristoro a circa 100mila sfollati, che nelle settimane successive vennero trasferiti nelle maggiori città siciliane, a Napoli e in altre città italiane.

Le scosse di assestamento si ripeterono per settimane, fino a marzo dell’anno seguente. Un evento drammatico dal quale Reggio Calabria e Messina non si rialzeranno mai completamente.

I lavori di ristrutturazione degli edifici danneggiati dal sisma proseguono per lunghi decenni: il teatro Vittorio Emanuele II di Messina, ad esempio, sarà ultimato solo nel 1980. In segno simbolico per l’inaugurazione del teatro viene riproposta l’Aida di Verdi, la medesima opera rappresentata poche ore prima del devastante terremoto.

Facebook
Twitter
WhatsApp