E’ stato confermato lo sciopero dei benzinai. Impianti di rifornimento carburanti chiusi compresi i self service per 48 ore consecutive, dalle ore 19.00 del 24 alle ore 19.00 del 26 gennaio sulla rete ordinaria e dalle ore 22.00 del 24 alle ore 22.00 del 26 gennaio sulla viabilità autostradale. E così è scattata già nelle scorse ore la corsa al pieno di carburante, per non trovarsi in difficoltà, soprattutto per chi l’auto è costretto ad usarla per spostamenti di lavoro o per necessità indifferibili. Lunghe code ai distributori di zona anche nel comprensorio tirrenico-nebroideo.
(foto di Natale Arasi)
La protesta è scaturita dall’aumento dei prezzi di benzina e diesel registrato ad inizio 2023, quando il governo Meloni ha riportato in vigore le accise sul carburante, tagliate, a marzo 2022, dal governo Draghi come misura straordinaria per favorire il calo del prezzo, di circa 30 centesimi. A dicembre scorso, il governo Meloni ha ridotto questo taglio, portandolo a circa 18 centesimi. Dall’inizio del 2023, poi, il taglio è stato del tutto azzerato, così il prezzo della benzina è salito di 18 centesimi. I prezzi però, sarebbero aumentati ben oltre questa differenza, secondo le rimostranze fatte dalle associazioni dei consumatori, che avrebbero segnalato prezzi fino a 2,50 euro al litro per il diesel. Per scongiurare presunte speculazioni, il governo ha quindi disposto l’obbligo per i benzinai ad esporre il prezzo medio del carburante, elaborato dal ministero dell’Ambiente. Le stazioni di servizio dovranno esporre dei cartelli con il prezzo medio di vendita, a fianco a quello proposto dal singolo gestore. L’Antitrust vigilerà sull’assenza di possibili “cartello” sul prezzo da parte dei benzinai, mentre la Guardia di Finanza effettuerà i controlli sul rispetto della norma. In caso di violazione sono previste delle sanzioni, mentre l’accertamento di una recidività potrebbe portare alla sospensione delle attività per un periodo minimo di 7 ed uno massimo di 90 giorni. Una misura controversa, che ha scatenato la reazione degli esercenti e delle associazioni di categoria, che ritengono di essere stati ingiustamente colpevolizzati e penalizzati. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso nella mattinata di ieri aveva lanciato un appello a revocare la serrata che riguarderà anche i self service.
I presidenti di Faib, Fegica e Figisc/Anisa, le principali associazioni di categoria dei gestori, con una nota congiunta diffusa nella giornata di ieri hanno replicato: “Le dichiarazioni di questa mattina del ministro Urso sono l’ennesima dimostrazione della confusione in cui si muove il Governo in questa vicenda”, confermando lo stato di agitazione.
“Lo sciopero dei benzinai va revocato senza se e senza ma, perché sono venute meno tutte le motivazioni che hanno portato i gestori a indire la protesta”. Ha affermato Assoutenti, che condivide, invece, le affermazioni del Ministro delle Imprese e del Made in Italy. Adolfo Urso. “Se lo sciopero dovesse essere confermato – afferma il presidente Furio Truzzi – siamo pronti ad organizzare iniziative di protesta contro i gestori su tutto il territorio nazionale da parte dei consumatori, compreso un controsciopero degli automobilisti”.