Piazze di spaccio in chat, dove si potevano trovare cocaina, eroina e gras, la c.d. droga dello stupro, ma anche armi e banconote false. Un giro di malaffare che sfruttava gruppi attivi sulla piattaforma Telegram. A scoprirlo le fiamme gialle di Caltanissetta a conclusione di una complessa indagine condotta sotto la direzione della Procura della Repubblica nissena.
I finanzieri hanno individuato una serie di “gruppi” costituiti su Telegram e attivi su tutto il territorio nazionale, attraverso i quali sarebbero stati proposti acquisti di stupefacenti quali eroina, cocaina e la Gras, meglio conosciuta come “droga dello stupro”. Un mercato con tanto di pubblicità, secondo gli investigatori, visto che i prodotti sarebbero stati proposti persino con foto e video, corredati dalle recensioni di numerosi clienti anonimi. Gli acquisti si perfezionavano con pagamenti in cryptovalute, così da limitarne la tracciabilità. Un meccanismo, insomma, che avrebbe sfruttato a tutto tondo le potenzialità di rete e piattaforme di messaggistica, nate con ben altro intento.
A far scattere le indagini alcuni sequestri di piccoli quantitativi di sostanze stupefacenti, eseguiti nell’ambito delle ordinarie attività di controllo del territorio. Da qui si è arrivati ad individuare le piazze di spaccio virtuali, attraverso delicate attività di “pedinamento tecnologico” alla ricerca delle evidenze digitali che consentissero l’individuazione dei gruppi “Telegram” che operano nel mercato illegale. A conclusione delle attività di indagine, il GIP di Caltanissetta, su richiesta della Procura, ha emesso decreto di sequestro e contestuale chiusura di 11 canali “Telegram” dedicati ai traffici illeciti che, inoltre, avrebbero “proposto” anche la vendita di armi e banconote false.