La campagna di scavi condotta negli ultimi anni dalle Università di Messina e Oxford, guidata dai Professori Lorenzo Campagna e Jonathan Pragg, ha dimostrato che “l’area sacra”, ove insiste il Santuario di Apollo, sita nella parte sommitale del sito, si estende oltre il perimetro del sito, così come delineato oggi.
Per affrontare tale questa evenienza, il 23 marzo scorso si è svolto presso la sede del Comune di Tusa un incontro tra tutti gli attori istituzionali aventi competenza su territorio di riferimento (Assessorato Regionale dei Beni Culturali, Soprintendenza di Messina, Parco di Tindari, Università di Messina e Oxford).
Nel corso dell’incontro, il sindaco Luigi Miceli, alla luce dei risultati emersi dall’attività di scavo, haesposto la necessità di acquisire al patrimonio demaniale l’area limitrofa al sito archeologico di Halaesa, laddove è in corso la campagna di scavi sulla c.d. “area sacra”, proprio al fine di consentire la prosecuzione dell’attività archeologica e, soprattutto, salvaguardare la parte ove insistono evidenze di carattere monumentale.
Come concretamente precisato dal Vicesindaco Angelo Tudisca, si tratta di un’area di proprietà degli eredi di una impresa sottoposta ad un fallimento dichiarato dal Tribunale di Termini Imerese, che risulta essersi chiuso il primo ottobre del 2012.
I rappresentanti dell’Assessorato dei Beni Culturali, della Soprintendenza di Messina e del Parco di Tindari hanno assicurato la loro disponibilità ad attivare il procedimento di acquisizione dell’area al demanio, dando così impulso all’estensione del sito di Halaesa, al fine di potere garantire, anche nel futuro, la prosecuzione della campagna di scavi e di tutelare le evidenze archeologiche emerse in area oggi privata.
In ogni caso, anche quest’anno le missioni archeologiche delle Università di Amiens, Messina, Oxford e Palermo continueranno la loro meritoria attività di ricerca, portando sul territorio di Tusa circa un centinaio di operatori del settore, tra docenti e studenti.
Mentre l’Università di Palermo scava sulla zona delle fortificazioni, la missione francese opera nell’area del teatro antico, per il cui scavo il Governo Regionale ha destinato un milione e mezzo circa di euro.
Soddisfatto il Sindaco di Tusa, Luigi Miceli, che ha sottolineato “la proficua collaborazione ormai consolidatasi tra tutte le istituzioni convolte in questa affascinante sfida finalizzata riportare alla luce ulteriori tracce della nostra civiltà ultramillenaria, particolarmente attrattive non solo per gli addetti ai lavori italiani e stranieri e solide fonti di sviluppo consapevo e sostenibile per l’intero comprensorio, che si trova al confine tra le province di Messina, Palermo ed Enna. Ringrazio l’Assessore Scarpinato per l’efficienza e la sensibilità dimostrata nei confronti del nostro territorio. Del resto, il dipartimento regionale dei Beni Culturali ci ha dato recente prova di concreta vicinanza definendo la procedura di esproprio dell’area di Castel di Tusa ove è ubicato il centro di documentazione scientifica dei Nebrodi occidentali – Museo di Halaesa, che si trascinava da circa vent’anni e che finalmente potrà essere destinato alla fruizione pubblica”.