E’ ormai alle battute finali il processo scaturito dall’operazione “Gamma Interferon”, conclusa dalla Polizia del commissariato di Sant’Agata di Militello e dalla squadra mobile di Messina il 13 dicembre del 2016 e che si sta celebrando al Tribunale di Patti. L’inchiesta era relativa ad una presunta filiera parallela e illegale di produzione di carni nel comprensorio nebroideo in cui sarebbero stati coinvolti allevatori locali da un lato e macellai e medici veterinari, in servizio all’ASP di Sant’Agata Militello, dall’altro. I reati contestati a vario titolo vanno dall’associazione a delinquere (per 22 persone) all’abigeato e maltrattamenti di animali, dalla somministrazione senza alcun controllo medico di famaci ai capi di bestiame, alle macellazioni clandestine e alle false certificazioni nei controlli degli animali, le cui carni, non idonee al consumo umano, sarebbero poi finite sulle tavole dei cittadini.
L’inchiesta aveva portato ad iscrivere nel registro degli indagati una cinquantina di persone, con 33 misure cautelari eseguite. 41 furono poi rinviate a giudizio per 127 capi di imputazione. All’udienza di ieri nella sua requisitoria il PM Federica Urban ha chiesto la condanna per 30 di loro, per i quali sono rimasti in piedi 39 dei capi di imputazione, mentre per un nove posizioni è intervenuta la prescrizione e il PM ha chiesto il non luogo a procedere, così come per due imputati che nel frattempo sono deceduti. Le pene richieste variano da 8 anni ad 8 mesi di reclusione.
Il collegio giudicante, presidente Ugo Scavuzzo, a latere Eleonora Vona e Giovanna Ceccon, il 5, 29 e 30 maggio prossimi ascolterà gli avvocati della difesa, poi la camera di consiglio e la sentenza. Nella giornata di ieri hanno depositato le memorie anche le parti civili: Asp di Messina, Parco dei Nebrodi, Associazione “Difesa Utenti Servizi Bancari e Finanziari”, Codacons e Associazione “Tribunale dei Consumatori”.