Era accusato di aver messo la madre morta nel freezer per incassare la sua pensione, ma al termine del processo, un docente cinquantasettenne di San Fratello, imputato di maltrattamenti e abbandono di incapace, è stato assolto perché il fatto non sussiste.
Questa vicenda giudiziaria è iniziata nel 2015. Fu inviato un esposto anonimo al comandante della polizia locale di San Fratello, dove c’era scritto che una signora anziana – morta a 82 anni il 4 aprile 2015 – non si vedeva più in giro da anni, non si vedeva nessuno che le portasse del cibo e non si vedevano panni stesi fuori dall’abitazione dove abitava con il figlio presunto “carceriere”.
Da qui l’anonimo compaesano puntò il dito contro il figlio, facendo ipotizzare una truffa ai danni dell’Inps. Ma in seguito all’esposto, i vigili urbani imposero al professore di ricoverare la madre, sempre lucida e molto legata al figlio, in una casa di riposo di San Fratello e tra febbraio e marzo 2015 era arrivata nella struttura accompagnata dai vigili urbani in condizioni critiche.
Il processo è iniziato nel 2016; al professore, difeso dall’avvocato Massimiliano Fabio, si contestava maltrattamenti in famiglia e abbandono dell’anziana madre. Una vicenda giudiziaria che si è caratterizzata per rinvii a seguito di dichiarazioni d’incompetenza del primo giudice, inutilizzabilità di verbali, udienze slittate per il covid e cambi del giudice.
Nel corso del dibattimento è emerso come il figlio vivesse insieme con lei e se ne prendesse cura, provvedendo a farla visitare a domicilio dal medico, a somministrarle i farmaci e a farle le medicazioni, a fare la spesa, ad aiutarla a nutrirsi, perchè la madre, in ragione delle sue infermità fisiche, era sostanzialmente allettata.
Il pm, al termine della sua requisitoria, aveva chiesto la condanna a un anno e quattro mesi di reclusione.
L’avvocato Massimiliano Fabio (nella foto), difensore dell’imputato, ha chiesto l’assoluzione e su questa linea è stata la sentenza emessa dal giudice monocratico del tribunale di Patti Maria Luisa Gullino, che ha scagionato l’imputato da ogni accusa, perché il fatto non sussiste.
L’anziana era affetta da una grave forma di artrosi deformante che l’aveva resa del tutto invalida. Tutte le persone che si sono succedute sul banco dei testimoni hanno confermato come il figlio non avesse mai smesso di occuparsi della madre, che era sempre stato un figlio premuroso, circostanza confermata anche dal medico di famiglia che riferì di aver trovato la donna sempre in condizioni dignitose.