Una commedia brillante alla ricerca della memoria perduta al Teatro Vittorio Emanuele di Messina sabato 27, alle 21.00, e domenica 28 maggio, alle 17.30, va in scena “La misteriosa fiamma della Regina Loana”, dal romanzo di Umberto Eco, adattamento e regia di Giuseppe Dipasquale. Una produzione del Teatro Stabile d’Abruzzo con Taormina Arte e Teatro dei 99.
In scena Ninni Bruschetta (Giambattista Bodoni, detto Yambo), Viola Graziosi (Paola, moglie di Yambo), Antonello Angiolillo (Gianni Laivelli, poi anche Gragnola e Ming), Cesare Biondolillo (Il dottor Gratarolo, poi anche Il Duce e Flash Gordon), Giulia Di Quilio (Sibilla, poi anche Lila e Regina Loana), Edilge Di Stefano (Nicoletta, figlia di Yambo, poi anche Josephine Baker), Chiara Catalano (Carla, figlia di Yambo, poi anche Dale Arden), Gabriella Casali (Amalia, governante della casa di Solara, poi anche Mary Poppins). La musica originale è di Giorgio Conte.
La misteriosa fiamma della Regina Loana, pubblicato nel 2004 da Umberto Eco per i tipi di Bompiani, è certamente un racconto destinato alla lettura, sia quella colta che popolare insieme. La frastagliata rete di percorsi, eruditi ed esperienziali, che permettono al protagonista della vicenda, Giambattista Bodoni detto dagli amici Yambo, di tentare di ritrovare il senso delle cose dopo una memoria perduta a causa di un incidente che lo aveva bloccato in una specie dicoma per svariato tempo, sono clusters adatti ad un lettore non immediato anziché, a prima vista, a quello immediato qual è lo spettatore teatrale.
Eppure, proprio il dedalo non risolutivo che contiene la vicenda di Yambo e dei personaggi collegati alla sua vita, offre una chiave per affrontare con la precisa parola di Eco, la sua tolleranza semantica e la sua voglia di giuoco letterario, un tentativo che attraverso una drammaturgia di genere conduca alla messinscena teatrale della vicenda stessa. Yambo è un intellettuale cui l’autore Umberto Eco concede il privilegio letterario di assistere alla propria dissoluzione mnemonica, pertanto alla propria identità e dunque alla cancellazione ex abrupto dell’universo degli affetti che rendono la vita di un uomo riconoscibile per se stesso.
La misteriosa fiamma della Regina Loana è un viaggio nell’assenza: di memoria, di relazione, di identità, di consapevolezza dell’essere e di coscienza di vita. Tuttavia questa mancanza, questa Melanconia, è vissuta come un gioco di costellazioni erudite, una doppia vita di Yambo, quella della memoria semantica, che dovrebbe metterlo in connessione con la memoria episodica dove si sarebbero conservate i frame del suo vissuto, ma di cui egli sembra non serbare alcuna traccia. Il senso che la lettura del romanzo trasmette assomiglia alla possibilità di guardare il protagonista che guarda se stesso dall’esterno di una stanza dove un altro se stesso, diremmo quello vero, è rimasto rinchiuso, e scoprire di volta in volta che dalle finestre di quella stanza egli possa intravedere chi era, cosa faceva, cosa amava o detestava come e cosa vivesse.
Ma c’è un gioco forte dietro questa tessitura colta di incastri, ed è il gioco di una mappatura fumettistica e musicale ad un tempo. Il gioco è la scelta di un possibile linguaggio scenico che emerge dalla possibilità popolare del suo utilizzo e della sua destinazione ad un vasto pubblico come quello teatrale.
La storia è divisa in tre parti: Il risveglio dal primo coma; il ritorno nella casa di Solara; il secondo coma e il suo immaginario risveglio, ma raccolto in due atti.
La struttura ciclica aiuta molto il progetto drammaturgico. Dobbiamo infatti immaginare il personaggio di Yambo con una coscienza straniata teatralmente: egli vive la vicenda del racconto, ma allo stesso tempo la vede vivere e la racconta anche a noi pubblico. Useremo il tipico strumento di straniamento in uso nelle drammaturgie musicali che procedono dagli esempi di Brecht/Weill al musical americano più vicini a noi come AllThat Jazz o Chicago, fino al teatro di rivista da Wanda Osiris a Garinei e Giovannini.
La struttura drammaturgica è costruita su prosa, canzoni, musica e balletto e i personaggi parleranno, canteranno e balleranno sul filo della storia.
Teatro Vittorio Emanuele:
Sabato 27 maggio 2023, ore 21
Domenica 28 maggio 2023, ore 17:30